Ci sono altri mondi incastrati in questo mondo, altri mondi che esistono in una dimensione dove il buio vince sempre sulla luce e dove nulla può risorgere dalle ceneri. Qui si assiste al fallimento di quelle architetture di pensiero che promettevano un mondo migliore e che – invece – sopravvivono come macerie di se stesse. Qualcuno tenta di fuggire su per una scala dal sinuoso andamento mistilineo, ma non sa che essa si è trasformata in un’opera diabolica: chiunque tentasse di fuggire su per questa scala ritornerebbe allo stesso punto di partenza per sempre, come fosse sepolto vivo dal tempo.
di approfondimento per comprendere i vari aspetti di considerazione della foto in questione, e poi in generale per comuni fattori, gli interventi interessanti di Lucy e René... ecco. grazie ad entrambi.
ciao.
paola
Trovo questa foto straordinaria...
E' molto difficile scrivere qualcosa di significativo dopo l'intervento di Lucy...
Voglio aggiungere solo una mia osservazione personale...
un aspetto che mi ha immediatamente colpito (fulminato) :)), proprio appena ho aperto la foto...
Al di là del gran valore, come documento, questa foto, a mio parere, vive di una sua grande bellezza compositiva formale. La scelta del taglio, la calibrazione del tempo di scatto, la perfetta sequenza alternata/ritmata di luci e ombre, che accompagnano la presenza umana e, insieme, il nostro occhio verso l'alto... la "sinuosità" delle forme della scala, unite in "parallelo", con quelle dell'essere umano, le tonalità del b/n, decise e morbide, creano un grandissimo equilibrio ed un conseguente grande piacere visivo.
Una foto da ammirare...
Finestre e porte possono essere ritenute le pietre fondanti chiamate a contrassegnare i confini dello spazio privato.
La scala metaforicamente rappresenta il prototipo di quella fitta trama di contrasti e di grigi che scandisce il nostro transito nel mondo.
Nonostante Luca rifugga da facili suggestioni simboliche, la sua visione trasforma un repertorio di forme già strutturate in altra dimensione, una "ri - messa a fuoco" necessaria principalmente per il nostro sapere.
Mi vengono in mente, come matrice privilegiata, i tanti maestri della fotografia del secolo scorso – da Stieglitz a Moholy-Nagy, da Kertész a Florence Henri - che si sono serviti della fotocamera per individuare le nuove forme del paesaggio urbano e dell’arredo domestico.
Ma qui è l'attimo colto, più che una lettura metafisica sulla luce e sulle ombre, sulla verticalità della inquadratura, sulla perizia di un b/n sorprendentemente "bello" e terribile nella sua spietata documentazione, è l'attimo colto, appunto, che per primo si evidenzia, nella "fuga" di quest'uomo appena intuito nella sua unicità.
A me piace pensare che quest'uomo, che io leggo fortemente simbolico, porti il suo destino verso la luce, ma credo che a Luca importi prima di tutto il tratto documentaristico nudo e crudo di queste esistenze e di questo luogo "dantesco".
Non posso che concludere con una considerazione.
Una fotografia così, che offre livelli multipli di lettura, e quindi di conoscenza per chi osserva, non può essere relegata solamente nel novero della foto documentaristica, ma a buon diritto, e come tutta la serie, in quello di foto umanistica.( che è differente da foto umanitaria....)
serie d' autore. questa leva il respiro. è come se tu fossi una presenza trasparente che assume a sé l' attimo e non ne cambia una virgola. almeno questa la sensazione.
ciao.
paola
gino lombardi 31/12/2013 13:58
Ci sono altri mondi incastrati in questo mondo, altri mondi che esistono in una dimensione dove il buio vince sempre sulla luce e dove nulla può risorgere dalle ceneri. Qui si assiste al fallimento di quelle architetture di pensiero che promettevano un mondo migliore e che – invece – sopravvivono come macerie di se stesse. Qualcuno tenta di fuggire su per una scala dal sinuoso andamento mistilineo, ma non sa che essa si è trasformata in un’opera diabolica: chiunque tentasse di fuggire su per questa scala ritornerebbe allo stesso punto di partenza per sempre, come fosse sepolto vivo dal tempo.G
Stefano Cavazzini 31/12/2013 0:30
senza esagerazioni una foto fra le più belle e complete (fotograficamente e emotivamente parlando) che ho visto ultimamenteciao buon anno...
nevedicarne di cara polvere 30/12/2013 22:12
di approfondimento per comprendere i vari aspetti di considerazione della foto in questione, e poi in generale per comuni fattori, gli interventi interessanti di Lucy e René... ecco. grazie ad entrambi.ciao.
paola
Nicoletta B. 30/12/2013 22:08
stupenda!Alfredo Spagnoli 30/12/2013 21:14
Solo da guardare ed applaudireGRANDE
Ciao, Alfredo
Paride Pierini 30/12/2013 17:49
mi fermo un pò qui.................patrizia gasparini 30/12/2013 17:19
con le mie poche parole, posso dire solamente . bellissimaSilvana W. 30/12/2013 16:53
Wonderful,,Impressive all the work*.Compliments*- René - 30/12/2013 16:50
Trovo questa foto straordinaria...E' molto difficile scrivere qualcosa di significativo dopo l'intervento di Lucy...
Voglio aggiungere solo una mia osservazione personale...
un aspetto che mi ha immediatamente colpito (fulminato) :)), proprio appena ho aperto la foto...
Al di là del gran valore, come documento, questa foto, a mio parere, vive di una sua grande bellezza compositiva formale. La scelta del taglio, la calibrazione del tempo di scatto, la perfetta sequenza alternata/ritmata di luci e ombre, che accompagnano la presenza umana e, insieme, il nostro occhio verso l'alto... la "sinuosità" delle forme della scala, unite in "parallelo", con quelle dell'essere umano, le tonalità del b/n, decise e morbide, creano un grandissimo equilibrio ed un conseguente grande piacere visivo.
Una foto da ammirare...
lucy franco 30/12/2013 16:03
Finestre e porte possono essere ritenute le pietre fondanti chiamate a contrassegnare i confini dello spazio privato.La scala metaforicamente rappresenta il prototipo di quella fitta trama di contrasti e di grigi che scandisce il nostro transito nel mondo.
Nonostante Luca rifugga da facili suggestioni simboliche, la sua visione trasforma un repertorio di forme già strutturate in altra dimensione, una "ri - messa a fuoco" necessaria principalmente per il nostro sapere.
Mi vengono in mente, come matrice privilegiata, i tanti maestri della fotografia del secolo scorso – da Stieglitz a Moholy-Nagy, da Kertész a Florence Henri - che si sono serviti della fotocamera per individuare le nuove forme del paesaggio urbano e dell’arredo domestico.
Ma qui è l'attimo colto, più che una lettura metafisica sulla luce e sulle ombre, sulla verticalità della inquadratura, sulla perizia di un b/n sorprendentemente "bello" e terribile nella sua spietata documentazione, è l'attimo colto, appunto, che per primo si evidenzia, nella "fuga" di quest'uomo appena intuito nella sua unicità.
A me piace pensare che quest'uomo, che io leggo fortemente simbolico, porti il suo destino verso la luce, ma credo che a Luca importi prima di tutto il tratto documentaristico nudo e crudo di queste esistenze e di questo luogo "dantesco".
Non posso che concludere con una considerazione.
Una fotografia così, che offre livelli multipli di lettura, e quindi di conoscenza per chi osserva, non può essere relegata solamente nel novero della foto documentaristica, ma a buon diritto, e come tutta la serie, in quello di foto umanistica.( che è differente da foto umanitaria....)
Antonello Medici 30/12/2013 15:52
Bellissime e armoniose curve , ammorbidite da questa fantastica luce . Molto bella . Buon Anno !!!!Bertolini Arturo 30/12/2013 14:09
Si fa apprezzare...molto bella!Marco Lascialfari 30/12/2013 13:24
Lavoro invidiabile, questo gioco di luce/ombre vale la fotografia!!Ciao Grande!!
nevedicarne di cara polvere 30/12/2013 13:12
serie d' autore. questa leva il respiro. è come se tu fossi una presenza trasparente che assume a sé l' attimo e non ne cambia una virgola. almeno questa la sensazione.ciao.
paola
Ciro Prota 30/12/2013 13:03
...magnifiche..tutte...