Mis fotos destacadas
Sobre mi
La mia passione per la fotografia nasce da ragazzino, intorno ai 15 anni quando mio padre, pittore, capito che con i pennelli non riuscivo ad esprimere la mia creatività, (ero troppo affascinato dall'astrattismo di Burri per fare qualcosa di mio) mi regalò la mia prima macchina fotografica. Da allora ho incominciato a osservare il mondo attraverso l'oculare. Un mondo 6x6 e in bianco/nero, poi si sono saturati i colori. Negli ultimi anni per necessità lavorative sono approdato anche al digitale. Da questo ho sempre cercato il sapore della fotografia analogica. Il mio lavoro mi ha portato a conoscere la "camera chiara", Photoshop, che ho sempre cercato di usare come il mio vecchio Lupo. Abbandonando maschere, baritate ed acidi, mi sono dato ai pixel, ai bagliori di luce, ai livelli, alle curve.
Per me la fotografia è l'unico modo per guardare il mondo lentamente. Attraverso i miei obbiettivi fermo il tempo ed osservo lo scorrere dell'emozioni. Da qualche anno però mi sono avvicinato ai luoghi abbandonati, e dentro non ho trovato desolazione e abbandono ma tracce di vita, gli odori, i rumori della gente che vi abitava, vi lavorava.
Un giorno entrando in un ex manicomio, ho sentito il dolore, è come se le urla dei malati echeggiassero ancora tra gli stanzoni fatiscenti. Ho cominciato così ad ascoltare quelle urla, a raccontarle con la mia macchina fotografica. Pian piano che fotografavo le ho sentite più forti, ho palpato la sofferenza. Da questo cammino è nato il progetto di documentare ciò che della "follia" è rimasto, raccontare i luoghi i dolori, le sensazioni che incontravo nel mio cammino. La mia compagna, la macchina fotografica., mi ha aiutato a riflettere a cosa rappresentavano quei luoghi e come nel nuovo millennio la follia sia ancora emarginazione
Per me la fotografia è l'unico modo per guardare il mondo lentamente. Attraverso i miei obbiettivi fermo il tempo ed osservo lo scorrere dell'emozioni. Da qualche anno però mi sono avvicinato ai luoghi abbandonati, e dentro non ho trovato desolazione e abbandono ma tracce di vita, gli odori, i rumori della gente che vi abitava, vi lavorava.
Un giorno entrando in un ex manicomio, ho sentito il dolore, è come se le urla dei malati echeggiassero ancora tra gli stanzoni fatiscenti. Ho cominciato così ad ascoltare quelle urla, a raccontarle con la mia macchina fotografica. Pian piano che fotografavo le ho sentite più forti, ho palpato la sofferenza. Da questo cammino è nato il progetto di documentare ciò che della "follia" è rimasto, raccontare i luoghi i dolori, le sensazioni che incontravo nel mio cammino. La mia compagna, la macchina fotografica., mi ha aiutato a riflettere a cosa rappresentavano quei luoghi e come nel nuovo millennio la follia sia ancora emarginazione
Francesca Bianchi85 27/01/2011 15:14
ehi! Ciao!! Siamo aumentati eh! Siamo in 5!! XDFrancesca Bianchi85 10/09/2009 11:26
Si ho guardato negli utenti, di volterra solo 2! Sono felice di aver incontrato un concittadino! :)Giacomo Saviozzi 10/09/2009 11:14
Francesca...forse è vero, non lo so. Forse siamo solo io e te..ma da quel che vedo siamo due bei pezzi ;-) Te sei decisamente più carina di me però va bene così. CiaoFrancesca Bianchi85 10/09/2009 10:54
Ciao! siamo solo noi 2 di Volterra in questa community!tritru 09/06/2007 17:41
grazie per il gentile commento Giacomo.Giuseppe Cinà 03/06/2007 13:25
Ciao Giacomo! :)Benvenuto nella community... vedrai, ti troverai bene..
Buon divertimento! ;)
Ciao, Pè