Leopoldo Civolani

Comincia a realizzare le prime immagini da poco meno di due anni e si ritrova 40enne con l’energia e la voglia di un 20enne, in un caleidoscopio dal quale poter scegliere emozioni.
Il viaggio è appena ri-cominciato, e le immagini catturate ne rappresentano solo una tappa. Cos’è il viaggio se non la metafora della vita, una persistente ricerca personale?
E la fotografia, come il viaggio, è conoscenza.
Dovunque si vada si è circondati da potenziali fotografie.
Quando viaggia scatta due diverse tipologie di foto, le classiche da turista, e le altre, quelle a cui veramente tiene, le sole che consideri realmente sue.
Nelle sue foto i soggetti sono quelli di tutti i giorni, appartengono al campo
visivo abituale.
Sono immagini a cui si è abituati a fruire passivamente, figure isolate nel
contesto abituale della realtà circostante. Riproposte fotograficamente in un discorso diverso, queste immagini si rivelano cariche di un significato nuovo. Leopoldo cerca di rappresentare il soggetto al di fuori di ogni visione documentaristica o falsamente simbolica, scavando nell’intimità del soggetto.
Fotografa quello che già gli appartiene.
Spesso carica i soggetti che sceglie di molti significati personali, legati alla
sua esistenza. Li fotografa perchè colpito da cose che si collegano profondamente ad esperienze da lui già vissute, immagini latenti sulla pellicola-mente-esperienza che si rivelano! Altrimenti non si spiegherebbe come mai ognuno scelga di fotografare certi soggetti piuttosto che altri.
L’ambito artistico nel quale si muove è quello del reportage e quello concettuale. (Da Frattura scomposta N. 12 - Web magazine)

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Omaggio ad un grande fotografo