"Al di là del confine" di Alberto Valente Imagen & Foto | agorà, agorà-discussioni interessanti, temi Fotos de fotocommunity
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Il Fotogiornalismo degli anni Sessante e Settanta è stato ricco di pecche tecniche, ma anche ricco di contenuti: è sopravvissuto e costituisce un modello di riferimento tra coloro che fanno reportage sul serio.
Di deja vù è pieno il mondo (fotografico): allora dovremmo cestinare tutte le foto di tramonti (che personalmente odio)?
La ricerca della grana secca ed evidente era una fonte di espressione, nell'analogico, non solo una necessità causata dal tiro delle pellicole o dai sovrasviluppi: perchè non può più esserlo?
Come ben si vede, gli argomenti pro e contro ci sono e sempre ci saranno, come i divisionismi tra canonisti e nikonoisti, coloristi e bianconeristi et cetera et cetera.
Allora, diamo sfogo - anche - alle passioni ed alle emozioni e non nascondiamoci dietro il dito della presunta conoscenza: io, personalmente, in ambiti come questo o nelle sporadiche occasioni in cui visito la galleria, non esprimo pareri se riconosco l'Autore.
E' una questione di onestà.
Intellettuale.
Non amo ricevere finti elogi, figuratevi farli.
Saluti
PS
Per chi ancora avesse incertezze si riguardi la sterminata produzione Magnum
...la cosa che a mio parere rende interessante e bella questa foto...è lo sguardo diretto serio e un po' agrottato del bimbo....a me dice tantissime cose....arriva dritto come un treno...tutto il resto non mi importa....
laura
L'immagine... INSISTO.... ha una sua collocazione nello stato d'animo di una persona.... per chi la osserva essa può apparire scontata o già vista.. o ancor di più offensiva alla dignità umana...penso che poco impoti.... il motivo o il perchè era li... non toglie ne aggiuge nulla..... il bambino esiste, testimone servizievole di una verità "diciamo scomoda" come ho già detto questa foto è un grido per chi non è sordo.
Ringrazio l'autore per aver esposto il pensiero nel quale è nato questo scatto e per aver evidenziato benissimo un concetto che spesso viene dimenticato, cioè che la fotografia non può e non deve essere solo tecnica e perfezione compositiva, ma sopratutto emozioni che arrivano dritte dritte così come sono nate, sove il messaggio visivo deve essere chiaro e leggibile, dove anche urlare contro il mondo la propria disapprovazione ad una ssituazione personale o collettiva deve essere un modo per interpretar ela realtà che ci circonda, che molto spesso non corrisponde con i valori di equità e di equilibrio che sono necessari in una comunità civile.
Il vedere un bimbo che a fatica cerca di vendere dell'acqua può solo significare che quello è un modo di "sopravvivere" o forse il solo....in una foto come questa dove ogni elemento porta a questo pensiero non può che essere ottima, in tutti i sensi e si può per una volta tralasciare l'ipocrisia di vedere per forza immagini che siano state scattate in un cero modo solo per arrivare prima, per far si che il disagio ed il dolore degli altri diventi una bandiera per avere il consenso, non sempre succede questo.
Ci vuole rigore morale ed onestà intellettuale per capire ed accettare che intorno a noi esistono realtà brutte e molto scomode, allora perchè far finta di niente???
Non è forse ipocrisia questa?
Con il massimo rispetto di tutti, vogliate scusare il mio sfogo, che tra l'altro non è rivolto a nessuno in particolare, ma voleva solo essere una precisazione che sentivo di dover dare.
Rinnovo i complimenti all'autore/autrice, chiunque
esso/essa sia.
INTERVENTO DELL'AUTORE:
"Innanzi tutto vogliate scusarmi per il ritardo, causa altri impegni, con cui intervengo per chiarire alcune cose.
Lo scatto. Purtroppo non ho l’hard disk pieno di altre versioni. Si tratta, lo ripeto, della scansione di una dia kodakrome scattata nel 1982, ad una fermata intermedia della linea ferroviaria Rangoon-Mandalay (allora si chiamavano così) e non fu possibile scattare altro, magari meno a braccio, perché la polizia ferroviaria... gentilmente, mi dissuase.
Il soggetto. Il bimbo venditore di acqua, è vero, non ha la drammaticità di altre immagini in circolazione, ma il tentativo di vendere acqua al di là della barriera di filo spinato mi sembrò e mi sembra una buona rappresentazione di certi limiti e certi confini.
Non concordo sul fatto che siamo tutti vaccinati, perché certe scene, anche quotidiane, di emarginazione, di limitazione della libertà e della dignità mi fanno tuttora andare in bestia e non mi rassegno e non mi arrendo e se le immagini possono servire a esternare questo mio stato d’animo le utilizzo… se poi queste hanno dei limiti tecnici, pazienza, ne prendo buona nota e cerco di migliorare, non pensando di essere qui a mostrare capolavori fotografici.
Concordo, peraltro, sul fatto che la localizzazione non ha importanza se non per la situazione oggettiva in cui vene fatto lo scatto.
Il post. Forse proprio in questa ottica di immagine senza luogo e senza tempo sono stato indotto ad utilizzare questo tipo di post, non certo per recuperare alcuni difetti, che ci sono, ma perché, alla fine, secondo il mio modesto parere, il fattore emozionale deve prevalere e prevale su quello tecnico (evidentemente ad alcuni non ho comunicato questo, ma proprio per questo è in Agorà).
Della foto ho la scansione a colori ed una versione b/n ‘’pulita’’ che non mancherò di postare successivamente per chi avrà ancora voglia di dare un seguito a questa discussione.
Amicizia. Per le poche volte che posto in Agorà mi sia consentito di non sentirmi omologato nella pratica diffusa indicata da Francesco Marino in quanto cerco di evitare che una foto sia riconoscibile come mia e quando questo è accaduto ho chiesto espressamente e preventivamente di non intervenire in quanto sarebbe venuto meno il senso di questo spazio.
Ringrazio tutti quanti sin qui intervenuti per la loro sincerità ed onestà".
Suvvia ragazzi....non prendiamoci in giro....sappiamo tutti benissimo che ai giorni d'oggi,inventare qualcosa di nuovo in fotografia e' praticamente impossibile....e' stato fotografato tutto,in tutte le salse....percio' dovremmo cercare quel qualcosa in piu',quella caratteristica da applicare ad ogni nostro scatto per elevarlo dalla massa.....a me personalmente,non riesce.....non ho il talento naturale dell'artista,e quel poco di buono che tiro fuori dalla memory card il piu' delle volte e' frutto di fortuna....e aggiungerei,e' frutto della legge dei grandi numeri:su migliaia di scatti,prima o poi quello giusto arriva.
Detto questo,la mia domanda e':
qual e' il valore aggiunto che puo' elevare lo scatto in questione dalla massa?
Bisognerebbe cominciare tutti a mentire di meno a se stessi,e dire davvero cosa pensiamo,mettendo da parte l'ipocrisia che ci impedisce,a volte,di criticare negativamente una tal foto perche' si e' riconosciuto nell'autore un nostro amico....e non ditemi che non e' cosi',perche' e' una pratica diffusissima,da queste parti
ovviamente questo e' un discorso generico,che non vuole coinvolgere nessuna persona fisica,ma solo esporre un concetto
Siamo alle solite, i gusti personali diventano dogmi e leggi di fotografia....non funziona esattamente così, una foto può essere poco curata nel lavoro di post, ma il messaggio nasce al momento dello scatto, nessun programma di post potrà mai aggiungere questo.
Se poi vogliamo fare filosofia spiccia dicendo e sbandierando originalità a tutti i costi, provate a fare un giro sulle foto postate su fotocommunity e vediamo quanta originalità è presente, quante svolte tecniche, quanta cura nei particolari, quanta onestà ci sia....non credo si possano fare molti esempi.....
Questa foto ha problemi tecnici, ok, è una foto forse che ne ricorda mille altre, ma non si può di certo dire che non arrivi il messaggio che contiene, arriva eccome. Concordo pienamente con Francesco Torrisi, perchè una foto per piacere non deve per forza essere perfetta tecnicamente, deve solo arrivare dritta dritta così come è stata pensata, progettatta e realizzata, tutto il resto sono chiacchere inutili, sui se, sui come , ma io avrei fatto così, io avrei fatto cosà, io avrei tolto la grana, io l'avrei messa, ma la grana non ci sta, soggetto fermo, soggetto in movimento....tutto questo no nserve alla fotografia e sopratutto non serve all'autore,...con i se e con i ma non di fa fotografia, si fanno chiacchere....
Senza nessuna polemica personale con nessuno, questo voglia essere solo il mio pensiero, la mia personalissima opinione.
Basta leggere il mio primo intervento: in sintesi dico: messaggio di spessore ma assolutamente non convinto sotto l'aspetto tecnico. Punto
Non sono entrato nel merito se di questi scatti ce ne sono troppi, abbastanza....pochi....non è un metro di valutazione oggettivo, ma esterniamo che soggettivamente ci annoia stare a vedere sempre scatti con il solito tema...e questo ha poco a che fare con Agorà...secondo me.
A me bastava chiarire questo punto...forse mi sono perso rendendo il concetto prolisso e quindi poco chiaro e diretto...erano le 2 di mattina quando ho scritto la mia "arringa"...vale come attenuante? ;o)
Vorrei rispondere a Francesco Torrisi:
ti stimo molto,e tu lo sai,per i tuoi interventi sempre garbati,obiettivi e pertinenti....
stavolta non ho ben chiari alcuni aspetti della tua arringa difensiva:"Non so chi sia l'autore e mi scuso se intervengo io, ma mi sembra doveroso riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo, almeno qui..."
ed ancora:
"E' vero !... di scatti come questo ce ne sono a bizzeffe...ma questo dovrebbe importarci poco qui in Agorà." Non e' forse Agora' il luogo deputato a critiche e discussioni sugli scatti???
Poi,per quale ragione dovremmo riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo?
DAL LATO EMOZIONALE lo scatto in questione descrive uno stato di disagio....un bambino con una brocca in testa,che porta il suo fardello esternando molta stanchezza....consentitemi di dirlo,come situazione di disagio,almeno fra quelle raccontate in certe immagini,cito Magnum su tutti,risulta fra le "meno peggiori"....come aggiunge Gianni,tutti noi puntiamo l'obiettivo su accattoni,diseredati,lavavetri....siamo tutti quanti belli vaccinati a storie del genere (ahinoi),ed il tono dei commenti appare una forzatura.....non c'e' bisogno di viaggiare molto,per trovare situazioni come quella qui descritta.....anche nel Belpaese possiamo trovarne.
DAL LATO TECNICO,abbiamo MOLTE lacune
Lo scatto in questione,per come lo vedo io,dovessi dare dei voti,darei
SEI per il concept -buon soggetto,ma non particolarmente scioccante
QUATTRO per la tecnica -postproduzione devastante
Questo e' il mio parere SULLO SCATTO.....non vado di certo a cercare le motivazioni dell'autore,piuttosto che l'attrezzatura usata.....attendo,come gia' detto,un altra versione della "storia"....sempre che l'Autore ne possegga,e soprattutto voglia mostrarcela....
con stima e rispetto per tutti
Francesco
Siamo perfettamente daccordo con Gianni Boradori e Franesco Marino sul fattore emozionale della foto. Interveniamo per sottolineare che la cosa che ci disturba di più in questo scatto è l'aggiunta della grana e la mancanza di fuoco oltre a fatto che secondo noi la foto andrebbe tagliata al di sotto delle braccia all'altezza dell'ascella sn del bambino, lasciando la diagonale del filo spinato concentrando così di più l'occhio dello spettatore sul volto del bambino ed evitando così il bianco bruciato della camicia e l' evanescenza delle gambe.
Riteniamo inoltre che il punto di vista dell'osservatore deve essere obiettivo e non soggettivo come sotolinea Francesco Torrisi
con moltissima stima per l'autore
A & G
Rispondo a Francesco:
Io non dico che il tema sia scontato; personalmente di foto del genere ne ho a centinaia e continuerò a farle perchè mi piace documentare scene di vita quotidiana, ma la mia sorpresa è per come personaggi che stimo da un punto di vista umano e ancor più fotografico commentano con tanta enfasi positiva un lavoro che tecnicamente ha molte lacune e che racconta una situazione tutto sommato .......non tragica.
E qui ti do ragione,; manca molta "OBIETTIVITA'"
Tutto qui.
OK...basta non fotografare gente poco fortunata, barboni, mendicanti etc etc per fare una buona foto...
scusate ma dissento in pieno da questa posizione.
Allora abroghiamo il canale nudo...perchè le donne stanno sempre e solo svestite ed hanno in tutti gli scatti due tette, un culo, etc etc, mai una con tre belle bocce sode ...che barba...oppure basta più macro: sono sempre e solo animali oppure fiori...potrei continuare così all'infinito.
Ritengo che i temi "caldi" sono quelli...e non c'è da dover sperare in una nuova disgrazia" per portare lo scatto a casa.
Guarderei piuttosto "come" lo portiamo....
Anche a me capita spesso di essere stanco di vedere temi ripetuti e comprendo benissimo la vostra esternazione, ma questo non prescinde da dover avere quella obiettività nello stare a giudicare uno scatto se è ben fatto o meno, qualora decidessimo appunto di esporci in una lettura critica dello scatto.
Poi la foto può anche non piacere per vari motivi...ma quest'ultima motivazione che ho appena letto la ritengo più un problema di chi osserva lo scatto piuttosto di chi lo effettua....
Non so chi sia l'autore e mi scuso se intervengo io, ma mi sembra doveroso riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo, almeno qui...
Di certo che di temi abusati ce ne sono più di uno, quando capita a me e mi capita spesso, semplicemente passo oltre.
Qui in agorà, SE interveniamo, dovremmo avere un punto di vista OBIETTIVO e NON SOGGETTIVO !!!!!!!!!!
E' vero !... di scatti come questo ce ne sono a bizzeffe...ma questo dovrebbe importarci poco qui in Agorà.
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Alessandro Russo 07/06/2010 13:28
++++++++++++++++++++fulvia menghi 07/06/2010 12:23
una grande interpretazione! :-))Francesco Torrisi 03/06/2010 23:32
In Magnum Veritas !!!(non era proprio così...ma ci sta tutta)
;o)
Massimo Fiore 03/06/2010 23:02
Il Fotogiornalismo degli anni Sessante e Settanta è stato ricco di pecche tecniche, ma anche ricco di contenuti: è sopravvissuto e costituisce un modello di riferimento tra coloro che fanno reportage sul serio.Di deja vù è pieno il mondo (fotografico): allora dovremmo cestinare tutte le foto di tramonti (che personalmente odio)?
La ricerca della grana secca ed evidente era una fonte di espressione, nell'analogico, non solo una necessità causata dal tiro delle pellicole o dai sovrasviluppi: perchè non può più esserlo?
Come ben si vede, gli argomenti pro e contro ci sono e sempre ci saranno, come i divisionismi tra canonisti e nikonoisti, coloristi e bianconeristi et cetera et cetera.
Allora, diamo sfogo - anche - alle passioni ed alle emozioni e non nascondiamoci dietro il dito della presunta conoscenza: io, personalmente, in ambiti come questo o nelle sporadiche occasioni in cui visito la galleria, non esprimo pareri se riconosco l'Autore.
E' una questione di onestà.
Intellettuale.
Non amo ricevere finti elogi, figuratevi farli.
Saluti
PS
Per chi ancora avesse incertezze si riguardi la sterminata produzione Magnum
laura fogazza 03/06/2010 19:28
...la cosa che a mio parere rende interessante e bella questa foto...è lo sguardo diretto serio e un po' agrottato del bimbo....a me dice tantissime cose....arriva dritto come un treno...tutto il resto non mi importa....laura
Arnaldo Pettazzoni 03/06/2010 15:38
L'immagine... INSISTO.... ha una sua collocazione nello stato d'animo di una persona.... per chi la osserva essa può apparire scontata o già vista.. o ancor di più offensiva alla dignità umana...penso che poco impoti.... il motivo o il perchè era li... non toglie ne aggiuge nulla..... il bambino esiste, testimone servizievole di una verità "diciamo scomoda" come ho già detto questa foto è un grido per chi non è sordo.Carlo Atzori 03/06/2010 12:38
Ringrazio l'autore per aver esposto il pensiero nel quale è nato questo scatto e per aver evidenziato benissimo un concetto che spesso viene dimenticato, cioè che la fotografia non può e non deve essere solo tecnica e perfezione compositiva, ma sopratutto emozioni che arrivano dritte dritte così come sono nate, sove il messaggio visivo deve essere chiaro e leggibile, dove anche urlare contro il mondo la propria disapprovazione ad una ssituazione personale o collettiva deve essere un modo per interpretar ela realtà che ci circonda, che molto spesso non corrisponde con i valori di equità e di equilibrio che sono necessari in una comunità civile.Il vedere un bimbo che a fatica cerca di vendere dell'acqua può solo significare che quello è un modo di "sopravvivere" o forse il solo....in una foto come questa dove ogni elemento porta a questo pensiero non può che essere ottima, in tutti i sensi e si può per una volta tralasciare l'ipocrisia di vedere per forza immagini che siano state scattate in un cero modo solo per arrivare prima, per far si che il disagio ed il dolore degli altri diventi una bandiera per avere il consenso, non sempre succede questo.
Ci vuole rigore morale ed onestà intellettuale per capire ed accettare che intorno a noi esistono realtà brutte e molto scomode, allora perchè far finta di niente???
Non è forse ipocrisia questa?
Con il massimo rispetto di tutti, vogliate scusare il mio sfogo, che tra l'altro non è rivolto a nessuno in particolare, ma voleva solo essere una precisazione che sentivo di dover dare.
Rinnovo i complimenti all'autore/autrice, chiunque
esso/essa sia.
Maricla Martiradonna 03/06/2010 10:31
INTERVENTO DELL'AUTORE:"Innanzi tutto vogliate scusarmi per il ritardo, causa altri impegni, con cui intervengo per chiarire alcune cose.
Lo scatto. Purtroppo non ho l’hard disk pieno di altre versioni. Si tratta, lo ripeto, della scansione di una dia kodakrome scattata nel 1982, ad una fermata intermedia della linea ferroviaria Rangoon-Mandalay (allora si chiamavano così) e non fu possibile scattare altro, magari meno a braccio, perché la polizia ferroviaria... gentilmente, mi dissuase.
Il soggetto. Il bimbo venditore di acqua, è vero, non ha la drammaticità di altre immagini in circolazione, ma il tentativo di vendere acqua al di là della barriera di filo spinato mi sembrò e mi sembra una buona rappresentazione di certi limiti e certi confini.
Non concordo sul fatto che siamo tutti vaccinati, perché certe scene, anche quotidiane, di emarginazione, di limitazione della libertà e della dignità mi fanno tuttora andare in bestia e non mi rassegno e non mi arrendo e se le immagini possono servire a esternare questo mio stato d’animo le utilizzo… se poi queste hanno dei limiti tecnici, pazienza, ne prendo buona nota e cerco di migliorare, non pensando di essere qui a mostrare capolavori fotografici.
Concordo, peraltro, sul fatto che la localizzazione non ha importanza se non per la situazione oggettiva in cui vene fatto lo scatto.
Il post. Forse proprio in questa ottica di immagine senza luogo e senza tempo sono stato indotto ad utilizzare questo tipo di post, non certo per recuperare alcuni difetti, che ci sono, ma perché, alla fine, secondo il mio modesto parere, il fattore emozionale deve prevalere e prevale su quello tecnico (evidentemente ad alcuni non ho comunicato questo, ma proprio per questo è in Agorà).
Della foto ho la scansione a colori ed una versione b/n ‘’pulita’’ che non mancherò di postare successivamente per chi avrà ancora voglia di dare un seguito a questa discussione.
Amicizia. Per le poche volte che posto in Agorà mi sia consentito di non sentirmi omologato nella pratica diffusa indicata da Francesco Marino in quanto cerco di evitare che una foto sia riconoscibile come mia e quando questo è accaduto ho chiesto espressamente e preventivamente di non intervenire in quanto sarebbe venuto meno il senso di questo spazio.
Ringrazio tutti quanti sin qui intervenuti per la loro sincerità ed onestà".
Francesco Marino 02/06/2010 16:00
Suvvia ragazzi....non prendiamoci in giro....sappiamo tutti benissimo che ai giorni d'oggi,inventare qualcosa di nuovo in fotografia e' praticamente impossibile....e' stato fotografato tutto,in tutte le salse....percio' dovremmo cercare quel qualcosa in piu',quella caratteristica da applicare ad ogni nostro scatto per elevarlo dalla massa.....a me personalmente,non riesce.....non ho il talento naturale dell'artista,e quel poco di buono che tiro fuori dalla memory card il piu' delle volte e' frutto di fortuna....e aggiungerei,e' frutto della legge dei grandi numeri:su migliaia di scatti,prima o poi quello giusto arriva.Detto questo,la mia domanda e':
qual e' il valore aggiunto che puo' elevare lo scatto in questione dalla massa?
Bisognerebbe cominciare tutti a mentire di meno a se stessi,e dire davvero cosa pensiamo,mettendo da parte l'ipocrisia che ci impedisce,a volte,di criticare negativamente una tal foto perche' si e' riconosciuto nell'autore un nostro amico....e non ditemi che non e' cosi',perche' e' una pratica diffusissima,da queste parti
ovviamente questo e' un discorso generico,che non vuole coinvolgere nessuna persona fisica,ma solo esporre un concetto
tanto per chiarezza
Carlo Atzori 02/06/2010 11:52
Siamo alle solite, i gusti personali diventano dogmi e leggi di fotografia....non funziona esattamente così, una foto può essere poco curata nel lavoro di post, ma il messaggio nasce al momento dello scatto, nessun programma di post potrà mai aggiungere questo.Se poi vogliamo fare filosofia spiccia dicendo e sbandierando originalità a tutti i costi, provate a fare un giro sulle foto postate su fotocommunity e vediamo quanta originalità è presente, quante svolte tecniche, quanta cura nei particolari, quanta onestà ci sia....non credo si possano fare molti esempi.....
Questa foto ha problemi tecnici, ok, è una foto forse che ne ricorda mille altre, ma non si può di certo dire che non arrivi il messaggio che contiene, arriva eccome. Concordo pienamente con Francesco Torrisi, perchè una foto per piacere non deve per forza essere perfetta tecnicamente, deve solo arrivare dritta dritta così come è stata pensata, progettatta e realizzata, tutto il resto sono chiacchere inutili, sui se, sui come , ma io avrei fatto così, io avrei fatto cosà, io avrei tolto la grana, io l'avrei messa, ma la grana non ci sta, soggetto fermo, soggetto in movimento....tutto questo no nserve alla fotografia e sopratutto non serve all'autore,...con i se e con i ma non di fa fotografia, si fanno chiacchere....
Senza nessuna polemica personale con nessuno, questo voglia essere solo il mio pensiero, la mia personalissima opinione.
Francesco Torrisi 02/06/2010 11:24
Basta leggere il mio primo intervento: in sintesi dico: messaggio di spessore ma assolutamente non convinto sotto l'aspetto tecnico. PuntoNon sono entrato nel merito se di questi scatti ce ne sono troppi, abbastanza....pochi....non è un metro di valutazione oggettivo, ma esterniamo che soggettivamente ci annoia stare a vedere sempre scatti con il solito tema...e questo ha poco a che fare con Agorà...secondo me.
A me bastava chiarire questo punto...forse mi sono perso rendendo il concetto prolisso e quindi poco chiaro e diretto...erano le 2 di mattina quando ho scritto la mia "arringa"...vale come attenuante? ;o)
Francesco Marino 02/06/2010 10:31
Vorrei rispondere a Francesco Torrisi:ti stimo molto,e tu lo sai,per i tuoi interventi sempre garbati,obiettivi e pertinenti....
stavolta non ho ben chiari alcuni aspetti della tua arringa difensiva:"Non so chi sia l'autore e mi scuso se intervengo io, ma mi sembra doveroso riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo, almeno qui..."
ed ancora:
"E' vero !... di scatti come questo ce ne sono a bizzeffe...ma questo dovrebbe importarci poco qui in Agorà." Non e' forse Agora' il luogo deputato a critiche e discussioni sugli scatti???
Poi,per quale ragione dovremmo riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo?
DAL LATO EMOZIONALE lo scatto in questione descrive uno stato di disagio....un bambino con una brocca in testa,che porta il suo fardello esternando molta stanchezza....consentitemi di dirlo,come situazione di disagio,almeno fra quelle raccontate in certe immagini,cito Magnum su tutti,risulta fra le "meno peggiori"....come aggiunge Gianni,tutti noi puntiamo l'obiettivo su accattoni,diseredati,lavavetri....siamo tutti quanti belli vaccinati a storie del genere (ahinoi),ed il tono dei commenti appare una forzatura.....non c'e' bisogno di viaggiare molto,per trovare situazioni come quella qui descritta.....anche nel Belpaese possiamo trovarne.
DAL LATO TECNICO,abbiamo MOLTE lacune
Lo scatto in questione,per come lo vedo io,dovessi dare dei voti,darei
SEI per il concept -buon soggetto,ma non particolarmente scioccante
QUATTRO per la tecnica -postproduzione devastante
Questo e' il mio parere SULLO SCATTO.....non vado di certo a cercare le motivazioni dell'autore,piuttosto che l'attrezzatura usata.....attendo,come gia' detto,un altra versione della "storia"....sempre che l'Autore ne possegga,e soprattutto voglia mostrarcela....
con stima e rispetto per tutti
Francesco
Ambra Menichini 02/06/2010 9:04
Siamo perfettamente daccordo con Gianni Boradori e Franesco Marino sul fattore emozionale della foto. Interveniamo per sottolineare che la cosa che ci disturba di più in questo scatto è l'aggiunta della grana e la mancanza di fuoco oltre a fatto che secondo noi la foto andrebbe tagliata al di sotto delle braccia all'altezza dell'ascella sn del bambino, lasciando la diagonale del filo spinato concentrando così di più l'occhio dello spettatore sul volto del bambino ed evitando così il bianco bruciato della camicia e l' evanescenza delle gambe.Riteniamo inoltre che il punto di vista dell'osservatore deve essere obiettivo e non soggettivo come sotolinea Francesco Torrisi
con moltissima stima per l'autore
A & G
Gianni Boradori 02/06/2010 7:49
Rispondo a Francesco:Io non dico che il tema sia scontato; personalmente di foto del genere ne ho a centinaia e continuerò a farle perchè mi piace documentare scene di vita quotidiana, ma la mia sorpresa è per come personaggi che stimo da un punto di vista umano e ancor più fotografico commentano con tanta enfasi positiva un lavoro che tecnicamente ha molte lacune e che racconta una situazione tutto sommato .......non tragica.
E qui ti do ragione,; manca molta "OBIETTIVITA'"
Tutto qui.
Tutto qui
Francesco Torrisi 02/06/2010 2:05
OK...basta non fotografare gente poco fortunata, barboni, mendicanti etc etc per fare una buona foto...scusate ma dissento in pieno da questa posizione.
Allora abroghiamo il canale nudo...perchè le donne stanno sempre e solo svestite ed hanno in tutti gli scatti due tette, un culo, etc etc, mai una con tre belle bocce sode ...che barba...oppure basta più macro: sono sempre e solo animali oppure fiori...potrei continuare così all'infinito.
Ritengo che i temi "caldi" sono quelli...e non c'è da dover sperare in una nuova disgrazia" per portare lo scatto a casa.
Guarderei piuttosto "come" lo portiamo....
Anche a me capita spesso di essere stanco di vedere temi ripetuti e comprendo benissimo la vostra esternazione, ma questo non prescinde da dover avere quella obiettività nello stare a giudicare uno scatto se è ben fatto o meno, qualora decidessimo appunto di esporci in una lettura critica dello scatto.
Poi la foto può anche non piacere per vari motivi...ma quest'ultima motivazione che ho appena letto la ritengo più un problema di chi osserva lo scatto piuttosto di chi lo effettua....
Non so chi sia l'autore e mi scuso se intervengo io, ma mi sembra doveroso riportare la discussione su un piano obiettivamente tecnico e non soggettivamente emotivo, almeno qui...
Di certo che di temi abusati ce ne sono più di uno, quando capita a me e mi capita spesso, semplicemente passo oltre.
Qui in agorà, SE interveniamo, dovremmo avere un punto di vista OBIETTIVO e NON SOGGETTIVO !!!!!!!!!!
E' vero !... di scatti come questo ce ne sono a bizzeffe...ma questo dovrebbe importarci poco qui in Agorà.
Scusatemi ancora.