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Il buio e la luce

Tratto dal romanzo di narrativa
La finestra sulla depressione

Capitolo 1
Il buio e la luce

Dal diario di marco Luglio 2011
È tutto buio appannato sospeso occhi che guardano che cercano che chiedono aiuto sono i miei
Perché proprio io perché sono caduto ancora una volta in questo limbo in questa immobilità della mente quasi il corpo fosse incapace di sostenersi non sento gli istinti eppure vivo respiro eppure posso correrete camminare mangiare vivere ho pregato sperato cercato una via d’uscita e adesso mi ritrovo solo con il mio dolore sordo che non conosce pietà ne rispetto sta arrivando il Natale a me piacevano tanto le luci le decorazioni ma non sento il fluire naturale delle cose mi blocco arranco e ho paura di cadere ancora più giù mi sento in colpa per mia madre provo un dispiacere immenso inconsciamente le chiedo aiuto e poi scopro che la depressione è un malattia che si cura non solo con i farmaci ma anche con la volontà e riesco ad intuire quanto può essere doloroso perdere una persona cara e quanto sono fragile e sensibile i miei anni non sono stati sufficienti non sono cresciuta abbastanza e adesso mi scontro con il mondo reale posso e devo farcela per me e per le persone che amo mi devo lavare vestire mangiare bere devo affrontare ogni giorno come se fosse l’ultimo e nello stesso tempo dimenticare quello precedente come se non fosse mai esistito difficile è mantenere i rapporti sociali tenere fede agli impegni presi sono sforzi sovrumani quelli appena elencati perché l’ignoranza non tollera la depressione e non la considera una malattia invece lo è e anche io come tanti dopo circa due anni in maniera diversa ho avuto una ricaduta ho fatto un bello scivolone indietro come dice il mio psichiatra già ma è stato inevitabile non ho un lavoro la mia compagno vive uno stato di depressione latente i rapporti familiari sono sfilacciati sembrano ragnatele invisibili che a buon bisogno mi intrappolano in una fitta rete di emozioni contrastanti dove resto imbrigliato in effetti la paura di crescere gioca brutti scherzi ed io ne ho davvero tanta.
Marta a diciannove anni ha smesso di studiare frequenta da un po’ il centro di igene mentale vicino casa abita in una borgata alla periferia di Roma, Marco l’ha conosciuto in un centro di recupero per tossicodipendenti un anno prima. La sua vita è buia e triste vorrebbe comunicare i pensieri all’esterno e invece loro corrono veloci nella sua mente e lei non riesce ad afferrarli non si droga più prende gli antidepressivi ma qualcosa nel sul cervello si è interrotto la luce è offuscata dalle tenebre …continua

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