"Visioni" di Rosalba Crosilla Spifferi
Pioggia - riflesso in una panchina metallica e in parte arrugginita.
Mi affascinano, i riflessi. Sembrano aprire la porta verso un mondo forse ancora più vero.
Dati di scatto: Nikon d80 - 1/13 - F4.8 - ISO 160 - 45mm.
Conversione in b/n: mappa di sfumatura.
Rosalba Crosilla
Maricla Martiradonna 12/06/2010 14:37
INTERVENTO DELL'AUTORE:"Per prima cosa vorrei ringraziare Laura (stringata, ma non certo per questo superficiale) e Carlo Atzori: entrambi i commenti mi gratificano, come quello di Arnaldo Pettazzoni, e mi segnalano che comunque la via è giusta.
D'altro avviso Danilo Bruzzone, ... per fortuna, direi, altrimenti Agorà non avrebbe senso di esistere ;-)
La questione che propone è decisamente interessante ed è una questione che spesso dibatto con me stessa. Spesso sono affascinata da immagini che nascono nuove dagli interventi con i filtri, ad esempio, a volte mi ritrovo a sperimentare, ma ho sempre l'impressione di "tradire" la fotografia e... cancello tutto. Le immagini digitali sono sicuramente arte, ma sono davvero troppo ignorante per andar a disquisire su che tipo di arte sia: se ancora fotografica o meno.
In questo caso, per strano che possa sembrare visto il risultato, ben poco post c'è stato: mi sono limitata ad applicare la mappa di sfumatura che mi permette di cercare il punto di luminosità e contrasto che voglio nel b/n e, successivamente, ho agito soprattutto con i pennelli, facendo in tal modo saltare fuori le luci e le ombre. Nessun altro effetto: il merito è tutto del materiale (ripeto, ferro in parte ruggine e quindi irregolarmente ruvido), della pioggia e dei riflessi.
Il risultato, quindi, che mi proponevo all'inizio era più o meno quello ottenuto alla fine, più o meno perché dipendeva da quanto sarei riuscita a far saltare fuori i dettagli nei neri e nei bianchi, da quanto sarei riuscita a non bruciare. Cose, entrambe, commisurate alla mia capacità, che è sicuramente ancora elementare.
Su questo punto mi rimprovero il non essere riuscita a far risaltare i dettagli, mantenendo in alcuni punti i neri profondi. Sicuramente era possibile e ciò è dovuto a mia imperizia.
Concordo sul fatto che, non essendo un'immagine che ripropone la realtà come la vedono i nostri occhi, o "passa" emozionalmente, o non "passa", ma, al di là dei gusti personali, il fatto stesso che Danilo la definisca "suggestiva" mi fa pensare che sia "passata".
Grazie ancora!"
Danilo Bruzzone 11/06/2010 21:11
Dopo aver osservato l’immagine con attenzione e letto il commento dell’Autrice, debbo ritenere difficile intervenire nel senso corretto, cioè di consiglio per migliorare tecnicamente l’immagine. Desidero soltanto far notare, con estrema umiltà, che è pericoloso scostarsi troppo dalle caratteristiche salienti dell’arte in cui si sta operando, perché si rischia - nel far prevalere il concetto sulla sostanza - di trasformare la materia in oggetto – la fotografia – in filosofia o altra arte o scienza. Ogni ambito ha i suoi confini e debordare significa assumersi la paternità dell’operazione. Devo ammettere che questo va molto di moda oggi, ma spesso cela la scarsa capacità di cimentarsi con le difficoltà vere della fotografia, che sono ben altre e che certamente non riguardano l’Autrice, che sono certo essere capace ed abile fotografa. Pertanto se la parte concettuale non è al servizio dell’immagine, ma la supera e vi si sostituisce completamente, è difficile parlare di fotografia o di pittura o di musica, perché si entra nel surreale nell’immaginifico o se preferite in quel segmento di ipotesi dove tutto ha senso o non ha senso, dove tutto è interscambiabile e per nulla valutabile. Se questa è la ricerca dell’Autrice risulta impossibile dare consigli, perché non avendo uno scopo raggiungibile e determinato, tale tipo di scatto risulta indiscutibilmente valido o inutile a seconda dell’arbitrario punto di vista di chi lo giudica e a nulla vale dire che è bello o brutto, perché mancano i termini di paragone stessi su cui fondare tale ipotesi. Si tratta di un’immagine suggestiva e come tale la valuterei, senza null’altro aggiungere e senza poter indicare come rendere migliore una foto della quale non posso capire le finalità precise. Non si prenda questa come una critica, ma come uno spunto su cui meditare, in fondo l’Autrice dovrebbe chiedersi se fosse proprio quell’immagine a catturare la sua volontà e se fosse proprio quel risultato che desiderava ottenere per esprimersi, oppure un qualunque riflesso fosse venuto fuori dal gioco di scatto/post poteva andar bene. Con profondo rispetto per il lavoro svolto dall’Autrice e con affetto. DaniloCarlo Atzori 11/06/2010 11:23
Pe rme un ottimo esempio di fotografia concettuale, dove le geometrie ed i contrasti formano un ottimo impatto visivo.....grafismo esasperato, che mi trova affine nei gust e nella scelta del taglio....mi piace moltissimo, complimenti all'autore/autrice.Arnaldo Pettazzoni 08/06/2010 22:17
Suonata direi proprio di no.....ho espresso una mia opignone e necessitavo un chiarimento. Ogni fotografo ricerca una sua identità...sempre.....e questa ricerca copre a ventaglio ogni forma di comunicazione in quel settore , almeno per quel che mi riguarda. E' ammirevole la tua visione, legittima, per ciò non la considero banale.Complimenti ancora per la foto e il chiarimento,
Maricla Martiradonna 08/06/2010 21:47
RISPOSTA DELL'AUTORE AD ARNALDO PETTAZZONI:"Per prima cosa sono davvero onorata del tuo commento e sto cercando di tenere a bada il mio ego ;-)
Hai ragione: manca la volontà comunicativa, per così dire, perché lo scavare sia nella ricerca dello scatto, ma, in casi del genere, anche nella testarda lavorazione in post per esaltare o minimizzare luci ed ombre, diventa quasi un dialogo con me stessa. Non si fraintendano le mie parole, per favore: come fotografa sono all'asilo!
Ma, per contro, anche all'asilo si può cercare di esprimere ;-)
E' altrettanto vero che, se si trattiene con pudore per sé l'espressione stessa, ben poco può venir compreso dagli altri.
Hai usato il termine "metafisica": con pudore posso dire che mi si avvicina, il concetto. Per me i riflessi aprono una porta sull'anima stessa degli elementi riflessi, che si tratti di oggetti o persone non ha importanza. La realtà ci fa vedere la materialità pura, il riflesso ci parla di energia, forse, o dell'assieme di vite che hanno impregnato l'oggetto riflesso. Con l'oggetto reale non posso dialogare, con il suo riflesso sì (... sperando di non essere completamente suonata ;-) ).
Nel caso di questa immagine, i cerchi creati dalla pioggia sull'acqua già esistente sulla panchina sono riverberi di suoni, le finestre illuminate sono strade di comunicazione, in entrambi i casi qualcosa che nella visione reale non avrei trovato. Tutto è in movimento e muta, nel riflesso, mentre nella realtà rimane immobile, cristallizzato.
Forse la mia spiegazione ha reso l'immagine ancora più incomprensibile... spero di no".
laura fogazza 08/06/2010 16:09
....quest'immagine è bellissima e semplicemente fantastica!!laura
Arnaldo Pettazzoni 08/06/2010 14:35
Secondo il mio punto di vista, è una ricerca al limite tra metafisica e l'astratto," l'autore potrebbe illuminarmi!!"....Volontà che viene a mancare nella determinazione comunicativa,..... sostanzialmente manca la traccia di comunicazione al senso della foto, Percorso fotografico che ritengo complesso...esso necessita di creatività estrema ...il lato negativo di questo aspetto determina spesso l'incomprensione non sempre comune di chi la osserva.... la foto nel suo insieme non è banale...... comunque mi complimento con l'autore