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Sobre mi
Valerio Bonifazi nasce a Roma il 26 luglio del 1984. Frequenta qualche scuola e si iscrive ad Architettura all’età di 19anni, facoltà che frequenta tuttora.
Alla sua nascita il Creatore, annoiato dal solito trambusto quotidiano (a visioni più grandi corrispondono adeguate noie) decise di lasciare i suo compito al Caso, che non aveva niente di meglio da fare che venirlo a trovare.
Ne nacque un individuo completamente folle, le cui componenti fondanti la personalità furono posizionate agli estremi della scala cromatica. Ad ogni tentativo di descriverlo (ma questa è una presunzione tutta sua) non si fa altro che incedere nell’amato gusto della dicotomia, nell’accostamento di suoni puri come quello del liuto a vibrazioni percosse.
- Odia la compagnia ma non sopporta stare solo.
- Soffre di malinconia ma se ne compiace perché è il male degli artisti; e tanto più se ne compiace quando filosofi e filosofie avallano la sua giustificazione storica: più si soffre più si è intelligenti.
- Odia l’opportunismo del suo secolo (e di quello precedente, e di quello precedente ancora…) ma la presenza della massa non lo disturba perché distaccarsi da essa diventa un pretesto per fomentare il suo anticonformismo: è un Dandy. Nonostante ciò è attaccato alla famiglia, ed è individualista solo nella teoria, mai nella pratica: ciò ne fa probabilmente il più grosso ipocrita che esista.
- Ama la sessualità ed è un esibizionista. La sua formazione intellettuale lo reguardisce dall’osannazione dell’esteriorità e finge di essere impassibile ai complimenti sulla sua persona fisica: gode come un satiro invece.
- E’ ossessionato dall’immortalità. Crede di avere l’animo dell’artista, di avere la sensibilità superiore dei grandi maestri, e non riesce ad accettare l’idea della morte se non come consacrazione di una gloria futura. Ma poiché è velleitario sminuisce l’arte affermando che, per il relativismo della
soggettività, l’affermazione artistica è solo uno dei tanti prodotti di consumo di questa società: l’artista esiste per rallegrare il popolo e lui il popolo lo odia.
- E’ iperattivo. Gli riesce bene tutto. Ma sa altrettanto bene che il tutto è complementare al nulla. Non gli viene bene nulla.
- E’ ateo o più semplicemente non sopporta l’idea di un Dio onnipotente. Lo scandalizza molto meno l’immagine di un Creatore che guarda divertito le brutture della sua opera, di quella di un Dio che ne partecipa attivamente.
- E’ appassionato di poesia (soprattutto quella moderna), adora Boudelaire, ama la fotografia, e apprezza la filosofia di Schopenhauer. Studia Architettura, ma per quanto si impegni, non riesce ad elevarne i contenuti allo stato d’arte: anzi, certe volte lo ripugna.
E’incostante, insonne, nevrotico, irascibile e vendicativo. Ma è una persona realmente sincera ed altrettanto altruista (pur essendo un egocentrico egoista). La sua compagnia può darvi grandi soddisfazioni come destabilizzarvi ma ciò è relativo ad ogni scenario della vita; certo non sarà lui ad invogliarvi alla sua compagnia.
Si potrebbe continuare a descriverlo in eterno ma, poiché l’io narrante e l’oggetto della narrazione sono la medesima persona in questa pedissequa biografia, meglio chiudere qui.
In definitiva è solo un uomo… Un uomo pieno di contrasti.
Alla sua nascita il Creatore, annoiato dal solito trambusto quotidiano (a visioni più grandi corrispondono adeguate noie) decise di lasciare i suo compito al Caso, che non aveva niente di meglio da fare che venirlo a trovare.
Ne nacque un individuo completamente folle, le cui componenti fondanti la personalità furono posizionate agli estremi della scala cromatica. Ad ogni tentativo di descriverlo (ma questa è una presunzione tutta sua) non si fa altro che incedere nell’amato gusto della dicotomia, nell’accostamento di suoni puri come quello del liuto a vibrazioni percosse.
- Odia la compagnia ma non sopporta stare solo.
- Soffre di malinconia ma se ne compiace perché è il male degli artisti; e tanto più se ne compiace quando filosofi e filosofie avallano la sua giustificazione storica: più si soffre più si è intelligenti.
- Odia l’opportunismo del suo secolo (e di quello precedente, e di quello precedente ancora…) ma la presenza della massa non lo disturba perché distaccarsi da essa diventa un pretesto per fomentare il suo anticonformismo: è un Dandy. Nonostante ciò è attaccato alla famiglia, ed è individualista solo nella teoria, mai nella pratica: ciò ne fa probabilmente il più grosso ipocrita che esista.
- Ama la sessualità ed è un esibizionista. La sua formazione intellettuale lo reguardisce dall’osannazione dell’esteriorità e finge di essere impassibile ai complimenti sulla sua persona fisica: gode come un satiro invece.
- E’ ossessionato dall’immortalità. Crede di avere l’animo dell’artista, di avere la sensibilità superiore dei grandi maestri, e non riesce ad accettare l’idea della morte se non come consacrazione di una gloria futura. Ma poiché è velleitario sminuisce l’arte affermando che, per il relativismo della
soggettività, l’affermazione artistica è solo uno dei tanti prodotti di consumo di questa società: l’artista esiste per rallegrare il popolo e lui il popolo lo odia.
- E’ iperattivo. Gli riesce bene tutto. Ma sa altrettanto bene che il tutto è complementare al nulla. Non gli viene bene nulla.
- E’ ateo o più semplicemente non sopporta l’idea di un Dio onnipotente. Lo scandalizza molto meno l’immagine di un Creatore che guarda divertito le brutture della sua opera, di quella di un Dio che ne partecipa attivamente.
- E’ appassionato di poesia (soprattutto quella moderna), adora Boudelaire, ama la fotografia, e apprezza la filosofia di Schopenhauer. Studia Architettura, ma per quanto si impegni, non riesce ad elevarne i contenuti allo stato d’arte: anzi, certe volte lo ripugna.
E’incostante, insonne, nevrotico, irascibile e vendicativo. Ma è una persona realmente sincera ed altrettanto altruista (pur essendo un egocentrico egoista). La sua compagnia può darvi grandi soddisfazioni come destabilizzarvi ma ciò è relativo ad ogni scenario della vita; certo non sarà lui ad invogliarvi alla sua compagnia.
Si potrebbe continuare a descriverlo in eterno ma, poiché l’io narrante e l’oggetto della narrazione sono la medesima persona in questa pedissequa biografia, meglio chiudere qui.
In definitiva è solo un uomo… Un uomo pieno di contrasti.
Valeria Bulla 09/05/2007 19:05
Ciao Valeriodopo aver visto un tuo autoritratto mi sono incuriosita ed sono venuta ad esplorare il tuo profilo...interessante la tua presentazione che è più un'autoanalisi della tua personalità..
un saluto.
Vale.
Felice Monteleone 09/05/2007 16:17
Ciao concittadino...grazie delle bellissime parole, le ho veramente apprezzate tantissimo.Saluti
Felix.