Alone in Wonderland 08
Invasi dalle pubblicità ci muoviamo in un mondo fatto di immagini. Anche la verità non è verità se prima non è passata dall’immagine. Basti pensare ai telegiornali, se non vediamo, non crediamo. Esiste qualcosa nel mondo attuale se non passa dall’immagine? Assalito da tutte queste sollecitazioni, l’uomo sperimenta l’incontro con se stesso solo attraverso i manifesti pubblicitari, cartelli stradali, altoparlanti, schermi televisivi. Egli risponde alle stesse sollecitazioni degli altri, obbedisce alle stesse regole e registra gli stessi messaggi. Si ritrova drammaticamente a “fare come gli altri per essere se stesso”, come scrive Augè. Eppure l’altro lo disturba, con il proprio spazio, la propria voce e il proprio odore. Si siede a debita distanza da tutti nella metropolitana e sull’autobus. Cammina con lo sguardo fisso ignorando qualsiasi cosa. Aspetta il treno nel punto con meno persone. Ascolta musica con cuffie sempre più grandi ed ermetiche per non avvertire la presenza degli altri. L’abitante del nonluogo vuole liberarsi della gente che lo circonda, si rifugia nella virtual-community comunicando con l’altrove. Cerca di proiettarsi nel viaggio esotico pubblicizzato nei manifesti o nella persona di successo che indossa l’abito firmato. L’uomo si estranea, rimane finalmente solo e vive un’esperienza insolita, dove il confine tra reale e surreale si fa’ più sottile. Dove aspetta, solitario, che il Bianconiglio lo venga a prendere.
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