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i colori della disoccupazione

i colori della disoccupazione

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Antonella Delpero


Free Account, milano

i colori della disoccupazione

http://www.youtube.com/watch?v=kSoQARYBJlg&feature=related
...ci hanno tolto serenità e sorrisi ...
...ci limitano la libertà di parola e pensiero...
...ed ora...
...anche i colori...


.

Comentarios 22

  • Click Different 10/05/2012 12:11

    Questa chiamarla "foto" è riduttivo, non solo spacca lo schermo più di qualsialsi documentario intervista di turno.
    Questo è uno schiaffo, uno scrollone alla società.
    Ci vuole ottimismo, ma è la cosa più difficile da trovare, ora. Spero tanto che tornino presto i colori...E comunque complimenti! Un caro saluto :-)
    Click Different.
  • Paolo Vannucchi 05/03/2012 23:07

    ....hai reso al meglio un capitolo grigio della nostra travagliata quotidianità...tanti di noi ci sono dentro o ci sono passati....certo non bisogna lasciarsi andare....lottare tutti giorni e tornare a sperare un futuro migliore....complimenti per lo scatto !!!
  • zanon 03/03/2012 7:19

    bravissima concordo pienamente in tutto complimenti ciao
  • alex valia 26/02/2012 17:28

    i tuoi messaggi arrivano come una fucilata nel buio, solo che ci sono troppi finti sordi ad ascoltare i disagi che questo gravoso problema comporti dentro di noi. Grande Antonella, un abbraccio
  • Gianni Boradori 17/02/2012 7:11

    ottimo concetto, espresso magistralmente!!!!!
    Brava Antonella, buon WE!!!!
  • cristian volpara 16/02/2012 0:34

    Originale interpretazione...riuscita direi...Grazie anche per il link e il ricordo di Gaber...
  • adriana lissandrini 15/02/2012 19:29

    complimenti Antonella, un gran bel lavoro, ricco di sensibilità e purtroppo di amarezza che serpeggia e spegne gli entusiasmi..la foto la trovo fantastica!
    guai se ci spengono la creatività!
  • Domenico Sedona 15/02/2012 7:59

    http://youtu.be/5XKTir_O57Q

    Hai ragione Antonella

    cirano
    (f.guccini)

    venite pure avanti,
    voi con il naso corto,
    signori imbellettati,
    io piu' non vi sopporto
    infilero' la penna
    ben dentro al vostro orgoglio
    perche' con questa spada
    vi uccido quando voglio.
    venite pure avanti
    poeti sgangherati,
    inutili cantanti
    di giorni sciagurati,
    buffoni che campate
    di versi senza forza
    avrete soldi e gloria
    ma non avete scorza;
    godetevi il successo,
    godete finche' dura
    che' il pubblico e' ammaestrato
    e non vi fa paura
    e andate chissa' dove
    per non pagar le tasse
    col ghigno e l'ignoranza
    dei primi della classe.
    io sono solo un povero
    cadetto di guascogna
    pero' non la sopporto
    la gente che non sogna.
    gli orpelli? l'arrivismo?
    all'amo non abbocco
    e al fin della licenza
    io non perdono e tocco.
    io non perdono e tocco.
    facciamola finita,
    venite tutti avanti
    nuovi protagonisti,
    politici rampanti;
    venite portaborse,
    ruffiani e mezze calze,
    feroci conduttori
    di trasmissioni false
    che avete spesso fatto
    del qualunquismo un arte;
    coraggio liberisti,
    buttate giu' le carte
    tanto ci sara' sempre
    chi paghera' le spese
    in questo benedetto
    assurdo bel paese.
    non me ne frega niente
    se anch'io sono sbagliato,
    spiacere e' il mio piacere,
    io amo essere odiato;
    coi furbi e i prepotenti
    da sempre mi balocco
    e al fin della licenza
    io non perdono e tocco.
    io non perdono e tocco.
    ma quando sono solo
    con questo naso al piede
    che almeno di mezz'ora
    da sempre mi precede
    si spegne la mia rabbia
    e ricordo con dolore
    che a me e' quasi proibito
    il sogno di un amore
    non so quante ne ho amate,
    non so quante ne ho avute,
    per colpa o per destino
    le donne le ho perdute
    e quando sento il peso
    d'essere sempre solo
    mi chiudo in casa e scrivo
    e scrivendo mi consolo,
    ma dentro di me sento
    che il grande amore esiste,
    amo senza peccato,
    amo ma sono triste
    perche' rossana e' bella,
    siamo cosi' diversi;
    a parlarle non riesco,
    le parlero' coi versi.
    le parlero' coi versi
    venite gente vuota,
    facciamola finita:
    voi preti che vendete
    a tutti un'altra vita;
    se c'e' come voi dite
    un dio nell'infinito
    guardatevi nel cuore,
    l'avete gia'tradito
    e voi materialisti,
    col vostro chiodo fisso
    che dio e' morto e l'uomo
    e'solo in questo abisso,
    le verita' cercate
    per terra, da maiali
    tenetevi le ghiande,
    lasciatemi le ali;
    tornate a casa nani,
    levatevi davanti,
    per la mia rabbia enorme
    mi servono giganti.
    ai dogmi e ai pregiudizi
    da sempre non abbocco
    e al fin della licenza
    io non perdono e tocco.
    io non perdono e tocco.
    io tocco i miei nemici
    col naso e con la spada
    ma in questa vita oggi
    non trovo piu' la strada,
    non voglio rassegnarmi
    ad essere cattivo
    tu sola puoi salvarmi,
    tu sola e te lo scrivo;
    dev'esserci, lo sento,
    in terra in cielo o un posto
    dove non soffriremo
    e tutto sara' giusto.
    non ridere, ti prego,
    di queste mie parole,
    io sono solo un'ombra
    e tu, rossana, il sole;
    ma tu, lo so, non ridi,
    dolcissima signora
    ed io non mi nascondo
    sotto la tua dimora
    perche'oramai lo sento,
    non ho sofferto invano,
    se mi ami come sono,
    per sempre tuo
    per sempre tuo
    per sempre tuo
    cirano.
  • Mehran Falsafi 14/02/2012 0:46

    Non riesco a togliere l’occhio dall’immagine. Nonostante fotografare questi schermi sia impresa difficile, non solo ci sei riuscita, ma ne hai persino sublimato gli effetti!
    Eccellente lavoro, impreziosito dal titolo – non sarebbe la prima volta – ed i concetto, sentito, grave ed attuale!

    È un momento drammatico Antonella, ma anche parecchio confuso. E’ vero, manca il lavoro, ovvero gli unici lavori che sapevamo fare e che senza non sappiamo più come vivere!

    L’impoverimento antropologico della cultura lavorativa, la globalizzazione contraddittoria al suo stesso significato che nonostante i buoni propositi dei suoi sostenitori le ha portato a dividere nettamente piuttosto che unire, meccanismi tecnologici e finanziari che non hanno tenuto conto delle risorse, umane e materiali, in tutto hanno fatto sì che la fatica dell’individuo non sia più sufficiente ed equiparabile al suo fabbisogno per sopravvivere e dare corso all’avviamento dei figli.

    Non è da oggi che il lavoro non paga, non sfama, non dà garanzia, nonostante lo stesso fosse garantito, fisso, o meno! Sotto questo aspetto, francamente, non so quanta differenza ci sia tra averlo e non averlo!

    Il debito pubblico, al di là dei concorsi di colpa tra gli autori principali e le maggiori responsabilità, è soprattutto la conseguenza di un sistema, una società deficitaria. Una civiltà che non si è reso conto e continua a non rendersi conto di aver perso gli equilibri di base! Se si dice che non si sta crescendo non significa che gli Opel si vendono ed i Fiat no, significa invece che non si sta adeguando i nostri sistemi al reale evoluzione della nostra società!

    Culturalmente siamo bloccati, auto lesivi e dipendenti dai meccanismi che non dipendono più da noi. Non abbiamo più l’autonomia. Abbiamo disimparato arti e mestieri, scordato d’arrangiarsi,,, facciamo, o facevamo quando non eravamo “disoccupati”, un monte di sprechi,,, gli animali che una volta faticavano insieme a noi per cibarci e cibarsi ora sono solo cibi, sappiamo solo macellarli e mangiarli! abbiamo dimenticato come si faceva a trarre cibo dalla terra senza i meccanismi del debito!

    Perché lo chiamo il meccanismo del debito(?), mi spiego, semplificando un po’; facciamo tre carrelli mese al supermercato, prosciugando il bancomat, che se dio vuole ci fa arrivare alla terza settimana, alla quarta c’andiamo già in rosso. Il supermercato fa parte di un organismo finanziario cui crede che l’immobilità del denaro sia un errore, perciò reinveste gli utili in altri progetti associandosi con le banche, indebitandosi. Le banche si prestano soldi tra loro e succhiano tasse e contributi comunitari fingendo d’essere la forza motrice delle imprese, ma in realtà le inducano al debito, speculano e scoppiano loro stesse in debiti. Governi no comment, sempre in debito…
    Una volta, Antonella, a un bullo viene la voglia di divertirsi un po’; vede quattro poveri cechi e li dice: > i cechi ringraziano ed entrano in una trattoria, mangiano, bevono, e quando il cameriere li presenta il conto si accorgono che nessuno di loro aveva ricevuto quel denaro!

    Gl’interrogativi a cui trovare delle risposte sono troppi, e di questi parecchi li dobbiamo rivolgere a noi stessi.
    Io ne propongo una, che ritengo la madre delle domande da farsi;
    >

    Io me lo chiedo continuamente, perché ho la paranoica convinzione che fossimo vittime del falso progresso e sfrenato consumismo a cui fatalmente abbiamo dato vita,,, vittime di noi stessi!

    C’è una morbosa voglia in me, ahimè, di vedere azzerare tutto, e di ricominciare da capo! Utopia, disfattismo, anarchia,,, non so, forse… … di certo, non sarebbe ritrovando il lavoro perso che si fermerebbe la pazza corsa cui ci ha indebitati tutti! Abbiamo un così grave debito di consumo verso le risorse che riassettando il sistema appena rotto non faremmo che richiedere una proroga sul mutuo!

    Sarebbe meglio far entrare i “giudiziari”, farsi portare via i divani su cui ci stavamo fin troppo comodi, la poltrona con sopra incollato chi ci governava, la tv che ci drogava, ed insieme tutti gli aggeggi e futilità che ci anno introdotto in questo ologramma chiamata civiltà!
  • Antonio Principato 13/02/2012 17:12

    Luce e toni sono molto commoventi anche se il soggetto è un freddo strumento di "lavoro" ...
    Spero di cuore sia stata solo la tua sensibilità a farti realizzare questo scatto ... i colori no, quelli fino a quando avremo gli occhi "aperti" non c'è li potrà limitare nessuno!
    Un caro saluto Antonella.
    Antonio
  • Ottoinve 13/02/2012 1:15

    Un abbraccio sincero.
  • Massimiliano Pike 12/02/2012 17:46

    uno scatto che fa pensare...
  • kar.la 12/02/2012 8:42

    x me difficile dare parole a questo discorso......
    prevale sincera tristezza.....
    mi riscattano i colori delle albe e dei tramonti che mi fanno tanto emozionare........e quelli non celi toglie nessuno!!!!!
    un abbraccio...
  • pat-ricca 12/02/2012 1:15

    Ottima la rappresentazione del concetto, sia come immagine che come parole; spero non sia argomento che Ti riguardi direttamente, ma solo espressione di solidarietà per i tanti disoccupati!!!
    ciao
    Riccardo
  • Giorgio Peracchio 11/02/2012 22:32

    Ti abbraccio con una piccola lacrima appesa agli occhi miei !!
    Per colpa di alcuni ingordi
    come un cristallo caduto a terra
    hanno scippato il futuro ai giovani
    per me poco importa
    sono in dirittura d'arrivo
    piango per loro
    giovani senza più un futuro !!
    Grande Antonella !!
    Buona Domenica !!

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