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Labile… mi sento trascinata dal titolo...è pronto a un nuovo trattato?
E’ tra le pietre dall’antica Grecia che i filologi hanno iniziato a scavare per impadronirsi del significato delle parole, inventandosi la semantica.
Labile è una locuzione che si presta generosamente ad identificare:
in chimica e fisica labile significa instabile e si riferisce ad un elemento o un sistema che tende a trasformarsi o a disperdersi come il vapore o la materia gassosa.
Labile è considerato ciò che scivola e scorre via… per esempio l’acqua di un fiume che non è mai la stessa e non ci si può bagnare due volte…
Labile può esserlo anche una mente che cede e che necessiti di cure psichiatriche.
Labile è la struttura precaria , quella che la minima scossa può far crollare (un castello di carte...al pari di un’ antica città come L’Aquila).
Labile è anche ciò che è corruttibile in senso morale, incline cioé a cadere preda di vizi e debolezze…
“ Labili sono le femmine tutte!” è la sentenza di Boccaccio…sic… ma si parla di Medioevo (comunque tuttora in corso in certe aree del pianeta).
Mettiamoci poi tutte le cose che si basano sull’incertezza: idee labili che non promettono alcuna realizzazione, sentimenti labili, quelli basati principalmente sulla momentanea contingenza, tipici dei voltagabbana e destinati rapidamente ad essere rinnegati...
Labile è anche un tipo di memoria, che non è quella che dimentica un nome o una ricorrenza, ma quella infingarda o di comodo, meglio definita ingratitudine.
Per fortuna anche l'umore è abbastanza labile, e basta un raggio di sole a rasserenarlo, un refolo che profumi di primavera....
Credo di averli detti tutti...
No... infine ci sono i confini, che possono essere labili se facili da oltrepassare, dove l’invito a varcare la soglia è sempre aperto, dove il prato diventa bosco, il mare diventa spiaggia, una richiesta diventa risposta...
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ann mari cris aschieri 03/03/2021 19:11
Labile… mi sento trascinata dal titolo...è pronto a un nuovo trattato?E’ tra le pietre dall’antica Grecia che i filologi hanno iniziato a scavare per impadronirsi del significato delle parole, inventandosi la semantica.
Labile è una locuzione che si presta generosamente ad identificare:
in chimica e fisica labile significa instabile e si riferisce ad un elemento o un sistema che tende a trasformarsi o a disperdersi come il vapore o la materia gassosa.
Labile è considerato ciò che scivola e scorre via… per esempio l’acqua di un fiume che non è mai la stessa e non ci si può bagnare due volte…
Labile può esserlo anche una mente che cede e che necessiti di cure psichiatriche.
Labile è la struttura precaria , quella che la minima scossa può far crollare (un castello di carte...al pari di un’ antica città come L’Aquila).
Labile è anche ciò che è corruttibile in senso morale, incline cioé a cadere preda di vizi e debolezze…
“ Labili sono le femmine tutte!” è la sentenza di Boccaccio…sic… ma si parla di Medioevo (comunque tuttora in corso in certe aree del pianeta).
Mettiamoci poi tutte le cose che si basano sull’incertezza: idee labili che non promettono alcuna realizzazione, sentimenti labili, quelli basati principalmente sulla momentanea contingenza, tipici dei voltagabbana e destinati rapidamente ad essere rinnegati...
Labile è anche un tipo di memoria, che non è quella che dimentica un nome o una ricorrenza, ma quella infingarda o di comodo, meglio definita ingratitudine.
Per fortuna anche l'umore è abbastanza labile, e basta un raggio di sole a rasserenarlo, un refolo che profumi di primavera....
Credo di averli detti tutti...
No... infine ci sono i confini, che possono essere labili se facili da oltrepassare, dove l’invito a varcare la soglia è sempre aperto, dove il prato diventa bosco, il mare diventa spiaggia, una richiesta diventa risposta...