Le campanelle di S. Floriano
La corsa con il diavolo
Una leggenda racconta del giovane Floriano e del suo carro, con il quale, nel nome del Signore, riusciva a superare ogni ostacolo della natura; il Diavolo innalzava montagne e scagliava macigni ma non riusciva a fermarlo.
Decise così di sfidarlo in una corsa a piedi da Fabriano a Jesi, il primo arrivato avrebbe fatto suonare le campane in segno di vittoria. Floriano accettò, con agilità, passò subito in testa e, mentre correva tracciava numerosi segni di croci a terra che il suo avversario era costretto ad aggirare rallentando la corsa. Adirato il diavolo innalzò dinanzi a lui il monte Murano, certo di fermarlo, ma Floriano con un ultimo segno della croce, invocando il Signore, lo divise in due formando il monte Revellone e la Gola della Rossa, e via di corsa verso Jesi, mentre il suo rivale fu costretto a scalare stremato il monte. L'arrivo a Jesi non poteva che essere una festa, annunciata dallo spontaneo suono di tutte le campane. Il punto di arrivo venne chiamato Porta San Floriano (oggi porta Garibaldi) in suo onore. A Jesi è usanza, ancor oggi, suonare le campanelle di coccio, il 4 di maggio di ogni anno, festa del Santo.
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