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Parlate pure di me,
ma senza abbassar la voce.
Chiamatemi, se volete:
sto nella stanza accanto;
ascolto l'eco delle parole,
ombra forzata di un nome.
Non siate fantasmi
di un sorriso, ma
sorriso di verità.
Pensate:
è la vostra ora.
Intanto mi allontano
e alla vita faccio rientro
-
Si fatica a genuflettere
stanche ossa
calcinate dal corso di eventi
che corrosive asperità
regalano ad ogni passo,
insicuro ed incerto,
nella sera che sempre prima
comincia a calare
il suo sipario su questa tribuna
per oratori muti e
spettatori sordi.
-
Urla nel silenzio:
non parla il cuore
non parla la mente
solo l'istinto
di una verità.
Giullari di cera
cantano vittoria
nella corte decrepita
di un vecchio palazzo.
Ancora urla:
l'apparire nascosto dietro
simulacri stantii
di buonismo e pentimento;
l'uomo parla mille lingue;
danza il suo futuro più nero;
non pensa la mente:
gioca solo l'interesse.
Cattedrali vuote,
erette nel profitto
e dalla rabbia di chi è
costretto a costruire
in giorni tutti uguali,
chiuso nella discarica
di un volto senza tempo.
Giullari di una corte
svanita e pagliacci
di un tempo reale:
è notte per il pensiero
-
Sono l'ira scomposta;
sono il Sud;
sono l'operaio cassaintegrato;
la donna violentata;
il nonno solo;
il bimbo abbandonato.
Sono la rabbia
e null'altro,
se non la speme
di ritrovar riposo
da tante pene.
Sono la rabbia
che abbaia
un urlo soffocato
su un foglio sgualcito:
un dito puntato.
Il sole nella notte
non lascia luce;
le ore nella morte
non passano mai.
Sono urla nel silenzio
a cui non crederai.
Sdegno, furore
rancore
mentre mi vendo
ad un sorriso:
rughe per terra
e crepe sul viso.
Un uomo
m'ha chiuso quaggiù,
sola tra la gente
che crede in questo mondo.
Non cercatemi.
Lasciatemi girdare ancora
nel sienzio del mondo
pronto a condannare
-
Il «silenzio», il «grido», la «voce».
Si è attraversati da una luce ungarettiana,
nonostante i colori ed il soggetto evochino il Neorealismo italiano.
A.Romanini (critica d'arte) avrebbe probabilmente parlato di arte suburbana ( tutt'altro che bassa, scurrile).
L'esecuzione abbraccia più stili, modi e linguaggi.
Ciò che arriva a primo impatto lascia un amaro in bocca che induce a riflessioni pindariche.
La trasfigurazione apre varchi.
Si legge, si carpisce una vita apparentemente unidirezionale.
A rilento, con flemma.
Impeccabile!
Vero pàthos!
Complimenti!
M.
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laura fogazza 19/10/2011 17:24
!!laura
Mariana Magnani 15/03/2011 14:35
Parlate pure di me,
ma senza abbassar la voce.
Chiamatemi, se volete:
sto nella stanza accanto;
ascolto l'eco delle parole,
ombra forzata di un nome.
Non siate fantasmi
di un sorriso, ma
sorriso di verità.
Pensate:
è la vostra ora.
Intanto mi allontano
e alla vita faccio rientro
-
Si fatica a genuflettere
stanche ossa
calcinate dal corso di eventi
che corrosive asperità
regalano ad ogni passo,
insicuro ed incerto,
nella sera che sempre prima
comincia a calare
il suo sipario su questa tribuna
per oratori muti e
spettatori sordi.
-
Urla nel silenzio:
non parla il cuore
non parla la mente
solo l'istinto
di una verità.
Giullari di cera
cantano vittoria
nella corte decrepita
di un vecchio palazzo.
Ancora urla:
l'apparire nascosto dietro
simulacri stantii
di buonismo e pentimento;
l'uomo parla mille lingue;
danza il suo futuro più nero;
non pensa la mente:
gioca solo l'interesse.
Cattedrali vuote,
erette nel profitto
e dalla rabbia di chi è
costretto a costruire
in giorni tutti uguali,
chiuso nella discarica
di un volto senza tempo.
Giullari di una corte
svanita e pagliacci
di un tempo reale:
è notte per il pensiero
-
Sono l'ira scomposta;
sono il Sud;
sono l'operaio cassaintegrato;
la donna violentata;
il nonno solo;
il bimbo abbandonato.
Sono la rabbia
e null'altro,
se non la speme
di ritrovar riposo
da tante pene.
Sono la rabbia
che abbaia
un urlo soffocato
su un foglio sgualcito:
un dito puntato.
Il sole nella notte
non lascia luce;
le ore nella morte
non passano mai.
Sono urla nel silenzio
a cui non crederai.
Sdegno, furore
rancore
mentre mi vendo
ad un sorriso:
rughe per terra
e crepe sul viso.
Un uomo
m'ha chiuso quaggiù,
sola tra la gente
che crede in questo mondo.
Non cercatemi.
Lasciatemi girdare ancora
nel sienzio del mondo
pronto a condannare
-
Il «silenzio», il «grido», la «voce».
Si è attraversati da una luce ungarettiana,
nonostante i colori ed il soggetto evochino il Neorealismo italiano.
A.Romanini (critica d'arte) avrebbe probabilmente parlato di arte suburbana ( tutt'altro che bassa, scurrile).
L'esecuzione abbraccia più stili, modi e linguaggi.
Ciò che arriva a primo impatto lascia un amaro in bocca che induce a riflessioni pindariche.
La trasfigurazione apre varchi.
Si legge, si carpisce una vita apparentemente unidirezionale.
A rilento, con flemma.
Impeccabile!
Vero pàthos!
Complimenti!
M.
SaraOcchi 07/03/2011 22:25
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++Paride Pierini 07/03/2011 9:40
Gran bella immagine !!stefano pavone 07/03/2011 2:11
le tue immagini nn lasciano spazio alle paroleresto ammirato
maurizio bartolozzi 07/03/2011 0:03
Ottimo ed immediato impatto,situazione claustrofobica ed angosciante..Antonio Persano - EFIAPb 06/03/2011 23:55
Potente. Angosciante.fArriva forte e chiaro.
Bel lavoro.
_Antonio
paolo pasquino 06/03/2011 18:05
si è un vero piacere rivederti..Maria Barbagallo 06/03/2011 17:53
E un piacere Rivedere una tua FotoMeravigliosa !!!!!
Ciao
maria
fation nure 06/03/2011 17:03
bellissima foto!ciao
Alessandro Russo 06/03/2011 14:15
+++++++++++++