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Progetto "Foto&Racconti": Rose rosse per te (Menghi-Pettazzoni)

Progetto "Foto&Racconti": Rose rosse per te (Menghi-Pettazzoni)

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Progetto "Foto&Racconti": Rose rosse per te (Menghi-Pettazzoni)

Rose rosse per te

Per una migliore visione cliccare sul link per la versione PDF:
http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Menghi_Pettazzoni_Rose_rosse_per_te.pdf


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Fotografia di fulvia menghi
Racconto di Arnaldo Pettazzoni
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Come al solito ogni fine settimana mi trovo alla stazione centrale di Bologna per prendere il solito Eurostar, destinazione Milano.
Lei mi sta aspettando due volte: la prima nel suo miniappartamento in corso Sempione... poi, sta aspettando da anni la mia pausa riflessiva prima del bramato “Sì, lo voglio”... e questa è la seconda.
Lasciarmi alle spalle la routine di lavoro di un comune bancario (settore titoli), nauseato dal rapporto umano-economico con clienti sempre più intolleranti, sempre meno benestanti, con il terrore di una povertà costantemente incombente su abitudini e comodità, e un discreto benessere sempre meno assicurato.
E' l'ennesima volta che trovo la via di fuga sbarrata da uno sciopero, la vetrata ottocentesca della biglietteria porta un anomalo foglietto con scritto sciopero. Punto.
E ora che faccio??
Ho comperato anche i fiori per addolcire l'incontro con lei dopo l'alterco avuto via cavo... e il motivo è sempre quello, la mia esasperante indecisione di mollare mia madre, fra l'altro rimasta vedova, una volta per tutte e sostituirla con lei, cambiare un amore materno con un amore passionale.
Ero ancora immerso nei pensieri atti a trovare una soluzione alternativa per il viaggio fallito in treno, quando alle mie spalle sentii un alterco, una voce femminile che senza ritegno sbraitava ad alta voce "Te l'avevo detto! ma tu non mi ascolti mai! Trova immediatamente una soluzione, hai capito? hai capito?!”. Era rivolta ad un ragazzo più piccolo di lei di una spanna... immobile e assente con lo sguardo fisso a quel biglietto attaccato con nastro adesivo da pacchi che portava scritto “sciopero”. Non capivo la motivazione di questo diverbio ma lei continuava a parlare e lui taceva...
All'improvviso si svegliò da quel torpore assente e disse: “Andiamo”.
Girandole le spalle, cominciò a camminare verso l'uscita, ma lei rimase ferma e stupita da quell'abbandono: come un disco incantato continuava a ripetere: “Ma dove? ma dove andiamo?”, però lui, senza voltarsi, continuava a camminare. Lei all'improvviso si mise a correre malamente con i tacchi verso quelle spalle sempre più distanti, ondeggiando per mantenere l'equilibrio.
Tornò il silenzio con il solito rumore di fondo di una stazione. Guardai le striminzite rose rosse: ieri erano belle, oggi, a distanza di un giorno, morenti.
Sentii salire un lieve orgoglio dentro di me: “Ma che ci faccio qui, perché questa angoscia? Dopo tutto ho un lavoro ben retribuito, una donna in casa che non mi fa mancare nulla, non pone mai domande, non si irrita e tanto meno lo faccio io nei suoi confronti. Trovo tutto fatto, stirato, cucinato, la stanza con il letto regolarmente fatto, appena tocco terra alzandomi ancora assonnato sento l'odore del caffè che aleggia per casa... Va bene dormo solo, e allora?? Ho sempre la Susi che brama per me, ragazza comune e non chic come Anna, la milanese...
Ma va’! e poi con l'ultimo aggiornamento sulla popolazione risulta che abbiamo già raggiunto la disponibilità di 14 donne per ogni uomo! io la Susi ce l'ho, sono le altre tredici donne che mi spetterebbero, che non so chi le ha!”.
Il cestino semivuoto accolse le rose morenti: fu l'ultimo atto di un ripensamento.

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Sección
Carpeta .Foto & Racconti
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Publicada
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Exif

Cámara NIKON D80
Objetivo ---
Diafragma 4
Tiempo de exposición 1/10
Distancia focal 14.0 mm
ISO 200