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Mehran Falsafi


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Sara

La piccola Sara cresce, diventa sempre più bella! Quando la guardi ti accorgi che la sua bellezza parte proprio da dentro e poi si ferma su quel viso d’angelo. È impossibile non notare la gentilezza della sua anima, e io conosco il perché, vi racconto la storia.

Quasi vent’anni fa venni a vivere in un piccolo paesino in Toscana. Ci fu un uomo, bello robusto e generoso come una quercia, uno dei primi a salutarmi con l’immancabile sorriso tutte le volte che le nostre strade s’incrociavano, anche a distanza e senza conoscermi. Ci fu anche una donna, alta, snella, come un cipresso, sempreverde, sempre sorridente. La incontravo spesso e mi salutava, sempre. Ci facevamo le gare a chi saluta per primo.

Di natura non sono uno che indaga più di tanto sulle persone. Mi capita di salutare qualcuno per anni senza chiedermi chi sia e da dove venga. Di certo se uno mi fissa lo saluto, sorrido e filo via tutto contento come Muttley che ci guadagna una medaglia. Non perché sia allergico alle amicizie, anzi, ma un saluto e un sorriso tra due sconosciuti hanno un gusto speciale, quasi unico. Due saluti e due sorrisi ancora meglio, ma se poi sono tre o quattro ti cambiano la giornata. Io dico se fossero milioni si può provare a cambiare il mondo. Sembra una bazzecola ma ha senso.
Pensate alla Natura, è fatta di convivenza! Genera e rigenera la vita a milioni di specie ma è totalmente sostenuta dalla loro convivenza. Dicono ad esempio che senza le api morirebbe l’Agricoltura, ed è vero! In un certo senso anche la società umana nonostante la sua artificiosità fa parte della Natura e per essere sostenibile deve corrispondere alle regole di convivenza. Va in crisi quando non le rispetta, quando manca di equità e trascura una parte di se causando conflitti e distruzioni.

Mentre scrivo fuori piove a diluvio. La tv mostra le immagini delle rovine, degli angeli del fango e diavoli che si scaricano le colpe un con l’altro. I telegiornali scoprono l’acqua calda e confondono la pioggia con la piovra, ma la pioggia è un bene, non bisogna scordarlo! Basta saperci convivere! Si ritorna sempre lì, la Natura è convivenza. Impari a viverla in modo equo e sostenibile e non sarà mai la tua rovina! Contrariamente sì!

Tutta la crisi in cui viviamo, ambientale, sociale, economica, umanitaria, è soltanto figlia di uno sviluppo insostenibile. Un semplice saluto e l’inezia apparente di due sorrisi a me cambiano la giornata, ma se fossero milioni e milioni vorrebbe dire che il genere umano si rispetta e crede in convivenza. Ecco perché amo le persone che mi salutano senza conoscermi.
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Tornando alla quercia e cipresso di fatti sono passati diversi anni prima che io scoprissi quella donna fosse la moglie di quel uomo, ma la sorpresa non finiva lì. Ci fu anche una bambina, candida e solare, minuta e sottile come un chicco di riso, fosse un fiore direi una margherita. Amavo fotografarla durante le feste del paese perché mi regalava dei ritratti stupendi, un misto di dolcezza e malinconica innocenza. Non sapevo il suo nome, tantomeno di chi fosse figlia. Un giorno la mia amica Francesca vide una sua foto e mi disse; “ma questa è Sara, la figlia di Gabriela!”, e io; “ Gabriela chi?”… da lì il puzzle cominciò a prendere forma e scoprì che la pargoletta era la figlia dell’uomo quercia e donna cipresso! Pensai che non poteva essere altrimenti. Sai le volte che una sorpresa non ti sorprende più di tanto e ti dici avrei dovuto immaginarla!

Ecco a voi quindi un nuovo ritratto di Sara, figlia dell’uomo quercia e donna cipresso, figlia di convivenza di chi ama convivere!
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sempre lei (5 anni fa):

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