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Comentarios 3

  • Mariana Magnani 31/12/2011 14:56

    Quel silenzio
    che sempre è il limo fertile del verso.



    Natale è un flauto d'alba, un fervore di radici.
    Anche le stelle ascoltano, gli azzurrognoli soli
    in eterno ubriachi di pura solitudine.
    Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci
    e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:
    una voce che smuove e turba anche il cristallo,
    il mare, il sasso, il nulla inconsapevole.



    E lui mi aspetterà nell’ipertempo,
    sorridente e puntuale, con saluti
    e storie che alle poverette orecchie
    dell’arrivata parranno incredibili.

    M.L. Spaziani



    Ecco lo spazio magico in cui niente si è detto,
    ma il senso affiora da nebbie di preistoria.
    Dormiamo in case lontane,
    ma i nostri sogni si congiungono in alto.

    E’ così perfetta l’attesa (o l’intesa)
    che sarà peccato trasformarla in parole.

    Dovremmo preferire alla vita il silenzio
    anche se questo silenzio è quintessenza della vita?



    Entro in questo amore come in una cattedrale,
    come in un ventre oscuro di balena.
    Mi risucchia un’eco di mare
    e dalle grandi volte
    scende un corale antico.

    Tu,
    scelto a caso dalla sorte,
    ora sei l’unico.

    Il tuo fascio di luce:
    il più essenziale abbraccio.
    Amore


    Sarebbe, il mondo, un fresco castagneto
    se tutto mi guardasse coi tuoi occhi.
    Marroni, intensi,laghetti dorati
    ai raggi dolcemente declinanti.

    Così gli occhi degli angeli, castagne
    che hanno perso il riccio. Il Paradiso
    è quella svestizione: ogni segreto
    è arrivare al cuore.



    Andare a destra, a sinistra. Scendere e salire.
    Resta la direzione obliqua.
    Ci vorrebbe altro spazio, un’altra dimensione.
    Perché resta l’anelito, se tutto è poi vietato?



    Nei miei vent’anni non ero felice
    e non vorrei che il tempo s’invertisse.
    Un salice d’argento mi consolava a volte,
    a volte ci riusciva con presagi e promesse.

    Nessuno dice mai quant’è difficile
    la giovinezza. Giunti in cima al cammino
    teneramente la guardiamo. In due,
    forse la prima volta.



    E tu che c’entri, tu sfida vivente
    di una vita ben viva? La memoria
    di te ha lunghe ali e si proietta
    avida, oltre le lande del passato.



    Non chiedermi parole:
    oggi non bastano.
    Stanno nei dizionari:
    sia pure imprevedibili nei loro incastri,
    sono consunte voci.
    E’ sempre un prevedibile dejà vu.
    Vorrei parlare con te -
    tramite segni umbratili di nervi,
    elettrici messaggi che la psiche
    trae dal cuore dell’universo.

    Un fremere d’antenne; un disegno di danza;
    un infinitesimo battere di ciglia:
    la musica-ultrasuono che nemmeno
    immaginava Bach.



    C’è la musica (altrove sconosciuta),
    c’è il miracolo della rosa che sboccia
    e c’è il mio cuore.



    "E’ così perfetta l’attesa (o l’intesa)
    che sarà peccato trasformarla in parole."



    Abbracci - Paolo Buonvino



    Ineccepibile!

    Le parole non bastano.

    Mariana
  • ANTONIO D'ERRICO 29/12/2011 20:30

    molto tenera davvero
    e molto bella
    complimenti
    ciao a.
  • Ewa.P 27/12/2011 19:56

    Splendido momento colto!Ottimo scatto complimenti!Bravo,ciao

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