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Terremoto a L'Aquila. La speranza è una tigre di peluche

Terremoto a L'Aquila. La speranza è una tigre di peluche

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Andrea Morelli


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Terremoto a L'Aquila. La speranza è una tigre di peluche

Questa è una piccola storia di speranza.
L’Aquila e i suoi borghi, nella notte tra il 5 e il 6 aprile, sono stati semidistrutti da un terremoto di una violenza inimmaginabile. Persone, animali, case e irripetibili opere d’arte, in 20 terribili secondi, sono stati profondamente colpiti. Queste ferite non si potranno cancellare ma la solidarietà manifestata dai soccorritori apre una speranza che forse è più forte del dolore. Ecco una piccola storia che lo dimostra. Gli studenti, che sono stati quelli più colpiti, seppure nello sconforto, cercano di recuperare le loro cose più importanti dalle case distrutte. Ma i fabbricati sono pericolanti e questo compito è affidato agli “angeli del terremoto”: quelli della protezione civile, i volontari, i vigili del fuoco che salgono nelle case pericolanti e cercano di recuperare quello che è possibile. Ad un certo punto il vigile ha recuperato una tigre di peluche. La ragazza corre verso di lui e, piangendo di felicità, prende in braccio l’amico che riteneva perduto.
Anche riabbracciare una tigre di peluche può servire a ricominciare a sperare.

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