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Paragrafi di una vita
stretta intorno al collo
a scaldar la voce di
ricordi andati;
di manifesti in bianco e nero
e stampe di stagioni
colorate nei fotogrammi
in cui ci sei.
Scorre dalle mani
la fodera
consumata
e i segreti:
io cieco
affino il senso
catturando atomi di polvere
e semi di emozione
nell'intervallo giornaliero
in cui ti dedico vita.
Non è per sofferenza
né per rimpianto,
ma fino a quando
non mi rivedrò
spettatore di me stesso
leggerò ancora
il mio caro libro
e lo riporrò sempre
insieme alla tua sciarpa.
Ancora apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Sai,
come sciarpa tiepida
ho avvolto intorno al collo la pena
stranamente godendola.
Mi racconti i tuoi amori:
quelli di oggi e quelli
che domani attendi;
l’amore grande che presto
venga a donarti
un lunghissimo tempo.
T’ascolto senza gridare
perché io devo capire
che un nuovo sole ti scalda:
io chiedo un silenzio
spalancato d’anima.
(Comprerò anemoni scuri
e gialla mimosa
per la mia stanza d’ombra).
Eravamo la goccia che chiude il mondo
e l’incauta felicità
la nota che s’alza dal flauto
e penetra il cielo. Tu vai
in questo febbraio di vento;
poi apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Quel che rimane.
Un filo sottile, fragile e capriccioso.
L'inverno si era sbagliato:
il buio non spegne ogni cuore.
L’inconscio che vive dentro,
oltre l’apparenza del fuori.
Una realtà stratificata;
diversi livelli di lettura:
è questa la fotografia.
Qualcosa si è mosso impercettibilmente,
come se la prospettiva si sia spostata di qualche grado.
Si avverte una vibrazione:
un fremito.
Si guarda ancora meglio
ed ecco che la quiete trasmessa dalla prima impressione si dissolve e subentra un senso di febbrile attesa:
di sapienti rivelazioni incombenti.
Tutto appare sospeso in attesa del prodigio che sta per accadere.
Diversi strati disposti uno sull’altro,
fino a raggiungere l’Essenza.
Perché se è vero che l’Essenza delle cose è unica e univoca,
è altrettanto vero che le chiavi per leggerla sono infinite.
Non sono (i) luoghi,
ma la tensione che vibra dentro e attorno:
che delimita lo spazio di queste fotografie.
La tensione mai sazia di chi cerca sapendo che non può trovare.
Eppure cerca lo stesso.
Questo è il mondo di Elisa.
Benvenuti!
Ma non fatevi illusioni.
Se l' inverno dicesse "Ho nel cuore la primavera"
chi gli crederebbe?
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Serena Libutti 10/02/2013 23:38
complimentiDONATA PREVIATO 20/06/2012 23:27
Veramente bella!! complimentiAdriana Leoni 07/05/2012 22:09
bella!!J o s e f 02/04/2012 16:14
well done image!kind regards, josef
Enrico Doria 15/01/2012 19:40
davvero ottima!!!Mariacristina Sartori 10/01/2012 7:15
Complimenti veramente riuscita!!!!Mary
Angela Regina 20/12/2011 12:12
bella davvero...Rosalba Crosilla 16/12/2011 18:52
Immagine sentita, pensata, trasposta molto bene in scatto. Complimenti!(Peccato il formato così ridotto :( )
ANTONIO D'ERRICO 03/12/2011 12:19
è pura magiaMariana Magnani 10/11/2011 22:24
Paragrafi di una vita
stretta intorno al collo
a scaldar la voce di
ricordi andati;
di manifesti in bianco e nero
e stampe di stagioni
colorate nei fotogrammi
in cui ci sei.
Scorre dalle mani
la fodera
consumata
e i segreti:
io cieco
affino il senso
catturando atomi di polvere
e semi di emozione
nell'intervallo giornaliero
in cui ti dedico vita.
Non è per sofferenza
né per rimpianto,
ma fino a quando
non mi rivedrò
spettatore di me stesso
leggerò ancora
il mio caro libro
e lo riporrò sempre
insieme alla tua sciarpa.
Ancora apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Sai,
come sciarpa tiepida
ho avvolto intorno al collo la pena
stranamente godendola.
Mi racconti i tuoi amori:
quelli di oggi e quelli
che domani attendi;
l’amore grande che presto
venga a donarti
un lunghissimo tempo.
T’ascolto senza gridare
perché io devo capire
che un nuovo sole ti scalda:
io chiedo un silenzio
spalancato d’anima.
(Comprerò anemoni scuri
e gialla mimosa
per la mia stanza d’ombra).
Eravamo la goccia che chiude il mondo
e l’incauta felicità
la nota che s’alza dal flauto
e penetra il cielo. Tu vai
in questo febbraio di vento;
poi apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Quel che rimane.
Un filo sottile, fragile e capriccioso.
L'inverno si era sbagliato:
il buio non spegne ogni cuore.
L’inconscio che vive dentro,
oltre l’apparenza del fuori.
Una realtà stratificata;
diversi livelli di lettura:
è questa la fotografia.
Qualcosa si è mosso impercettibilmente,
come se la prospettiva si sia spostata di qualche grado.
Si avverte una vibrazione:
un fremito.
Si guarda ancora meglio
ed ecco che la quiete trasmessa dalla prima impressione si dissolve e subentra un senso di febbrile attesa:
di sapienti rivelazioni incombenti.
Tutto appare sospeso in attesa del prodigio che sta per accadere.
Diversi strati disposti uno sull’altro,
fino a raggiungere l’Essenza.
Perché se è vero che l’Essenza delle cose è unica e univoca,
è altrettanto vero che le chiavi per leggerla sono infinite.
Non sono (i) luoghi,
ma la tensione che vibra dentro e attorno:
che delimita lo spazio di queste fotografie.
La tensione mai sazia di chi cerca sapendo che non può trovare.
Eppure cerca lo stesso.
Questo è il mondo di Elisa.
Benvenuti!
Ma non fatevi illusioni.
Se l' inverno dicesse "Ho nel cuore la primavera"
chi gli crederebbe?
Ineccepibile!
Complimenti!
Mariana
Guido Caruso 07/11/2011 12:02
grandeMax Temistos Muccamia 07/11/2011 9:52
Bella; finalmente qualcosa di nuovo.Andrè Moreau 05/11/2011 22:28
++++++++++federica sanna 03/11/2011 12:37
si ++Fabio Tinelli 02/11/2011 9:40
Bella, entra dentro, emoziona