"World Trade Center"
Questo scatto, ripescato nel mucchietto delle foto marocchine, è - con ogni probabilità - il classico scatto "involontario", in cui l'occhio intuisce la scena e sa leggerla prima del tempo. Prima che il cervello se ne accorga ed architetti qualcos'altro.
Qui, nell'istante dello scatto, m'interessavano "esclusivamente" il taglio di luce sull'impiantito del tetto, i panni appesi, la forma delle parabole e degli indumenti.
Poi, passando l'immagine sul monitor, a Marocco concluso, mi sono accorto di cosa "conteneva" il telo sulla sinistra: le Twin Towers di New York.
Capovolte, peraltro, perfettamente fedeli al destino che poi se l'è prese parecchi anni fa.
Ecco che per opera dell'occhio inconscio, dell'occhio prima dell'occhio, un semplice scatto giocato su luce e contrasto di forme si componeva d'un tratto di un significato più ampio: il tempo, ancora una volta.
Il senso che una data immagine assume in differenti momenti della storia dell'uomo; come può essere recepita, scattata, spiegata.
Questo scatto, quindi (indipendentemente dalla sua qualità, dal suo "peso"), appartiene a una sfera più intima, più segreta, decisamente più forte: quella del sentire. Sentire di essere attratti dal mondo, da una sua piccola manifestazione; e - d'istinto - assecondare " a dovere" la propria attrazione.
laura fogazza 17/08/2011 18:55
molto bella...laura