L'arrotino di Volterra (da Mani che sanno)
Continuo a scavare in quel mondo del lavoro che è scivolato in ricordi ormai irraggiungibili, mestieri dove anche la riparazione di piccole cose aveva la sua importanza, tante storie cresciute intorno alle zolle di terra e al focolare domestico che sempre accumunava le famiglie ed il vero rapporto tra generazioni.
L'elenco di quei lavori ormai scomparsi sarebbe lungo, ma l'arrotino, occupa certamente un posto di rilievo, per cui, quello che una volta poteva essere catalogato come una figura anche folcloristica, oggi con la piena consapevolezza risulta che era ed è un'attività che richiede conoscenze tecniche e capacità manuali.
Fino a non tanti anni fa, specialmente nei giorni di mercato, per le strade della città si sentiva il grido dell'arrotino, un personaggio caratteristico che per sbarcare il lunario si destreggiava in vari lavori, anche non collegati tra loro, suonava una campanella, ed era quello il segnale che avvisava del suo passaggio, sostando sempre nel solito posto in attesa degli eventuali clienti.
Alle prime ore del mattino l'arrotino faceva, come da sempre la visita ai macellai, per raccogliere i vari attrezzi da taglio, così una volta posizionata sulla bicicletta con la mola, la azionava tramite una cinghia di trasmissione collegata ai pedali, intanto la gente arrivava con varie attrezzature da affilare, tra questi anche i contadini con falci, falcetti e forbici da potatura ecc.
Così nella sua continua pedalata, l'arrotino arrivava fino a sera, spesso silenzioso e taciturno, si udiva solo lo stridore della mola, poi ogni tanto fischiettava un motivetto al ritmo del suo andare, magari soffermandosi per salutare un passante o fumare un avanzo di sigaro, era quella la sua vita, producendo il pane per la famiglia.
Con la nostalgia del tempo passato; è questa la molla che mi spinge e cercare di descrivere un affascinante viaggio nel tempo, alla ricerca di quei ricordi che anche in maniera marginale hanno sfiorato la mia infanzia; un passato che ben si collega alle mie origini, noi, genti venute dalle campagne!
Oggi con tutte le comodità di cui godiamo, ci accorgiamo di avere perso quella fantasia, quella capacità di inventarci un lavoro, perché un tempo era sufficiente conoscere gli usi e le necessità della gente per improvvisarsi e poi perfezionarsi in un mestiere, che, se pure riconducibile a una vita di stenti, ha dato sostentamento a generazioni.
L'arrivo dell'era moderna è stata la fine degli arrotini ambulanti, quelli che urlavano a squarciagola nei cortili delle case, e le massaie correvano con forbici e coltelli da affilare, ormai purtroppo le massaie sono sempre meno, i tempi cambiano e non ci sono più gli arrotini, sono spariti anche i ricordi che questi caratteristici personaggi e con questi il loro bagaglio d'esperienza!
Lucia Durante 24/02/2015 22:42
A causa della mia età anche io ricordo che passavano per strada gridando "E' arrivato l'arrotino" Ormai abbiamo i coltelli in ceramica e l'affilatore in casa.Claudio Micheli 23/02/2015 13:04
Immagine molto bella.Ciao
claudine capello 23/02/2015 10:51
un mestiere davvero diventato assai raro .....complimenti ottima immagine di mestieri di una volta ! mi ricordo che suonavano anche a casa per farlo....bravo cl