Tracce nella neve - ‘8‘ Imagen & Foto | le stagioni dell'anno, italiano, temi Fotos de fotocommunity
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Gentile Meilnolf,
i miei più sentiti complimenti per questa e per altre foto che trovo artisticamente toccanti... alcune in modo molto particolare.
Non so quanto conosce l'italiano ma spero bene.
Le invio una mia vecchia poesia su "altre" impronte.
IMPRONTE SULLA NEVE
Nell'albe invernali
dei primissimi anni settanta
ve n'erano dodici...
dodici paia d'impronte di ragazzi
messe una dietro l'altra,
ad inseguirsi
e rincorrersi verso la scuola,
in un baluginio di suole e ghiaccio
nei pressi la fermata del tram.
L'anno seguente, però,
quelle, già, erano diventate undici;
Aldo non stava bene,
e non era andato.
L'anno appresso ancora -
il settantacinque -
il cuore di Massimo si fermò
per una puntura bianca e strana,
sottile e disperata
direttamente in vena.
E le paia d'impronte diventarono dieci.
E Aldo ancora non stava bene.
Poi venne il settantasei
con le sue gelate e la sua avarizia di neve,
e non lasciò quasi segno.
Nel gennaio del settantasette
ci fu una nevicata memorabile,
ma intanto le impronte
erano diventate nove...
Gianni non ce l'aveva fatta;
anche per lui un'iniezione bianca.
Entro l'ottanta
se ne andarono nell'ordine...
Milo
per un'overdose,
Cesare
per un cappio intorno al collo
(dopo aver lasciato un biglietto)
e Vincenzo,
per dei fumi di scarto nell'abitacolo.
Le impronte erano diventate sei,
non più verso la scuola,
e intanto Aldo alternava momenti meglio
ad altri peggio.
Non usciva quasi mai.
Uscì quella volta -
era la primavera dell'ottantadue -
per accompagnare nel suo ultimo viaggio
l'amico Loris...
E quell'altra, tre anni dopo,
per accompagnare Fausto;
portato via da uno strano virus mortale.
Alle soglie del novanta
Aldo c'era ancora,
anche se ormai era diventato irriconoscibile;
di lui dicevano che aveva l'esaurimento.
Intanto...
della serie di impronte alla fermata del tram,
di quelle poche che sarebbero rimaste
e di quelle altre svanite per sempre,
s'era perso il ricordo,
e difficilmente si sarebbe trovato qualcuno
disposto a rinfrescare le memorie.
La rimozione è una pessima arte.
(Dicembre - 1995)
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Meinolf Wewel 15/05/2009 10:29
Caro Ermanno,con tutta cordialità ti ringrazio per avermi inviato una tua poesia "Tracce nella neve" che profondamente mi commuove.
Meinolf
Ermanno Bartoli 29/04/2009 0:12
Gentile Meilnolf,i miei più sentiti complimenti per questa e per altre foto che trovo artisticamente toccanti... alcune in modo molto particolare.
Non so quanto conosce l'italiano ma spero bene.
Le invio una mia vecchia poesia su "altre" impronte.
IMPRONTE SULLA NEVE
Nell'albe invernali
dei primissimi anni settanta
ve n'erano dodici...
dodici paia d'impronte di ragazzi
messe una dietro l'altra,
ad inseguirsi
e rincorrersi verso la scuola,
in un baluginio di suole e ghiaccio
nei pressi la fermata del tram.
L'anno seguente, però,
quelle, già, erano diventate undici;
Aldo non stava bene,
e non era andato.
L'anno appresso ancora -
il settantacinque -
il cuore di Massimo si fermò
per una puntura bianca e strana,
sottile e disperata
direttamente in vena.
E le paia d'impronte diventarono dieci.
E Aldo ancora non stava bene.
Poi venne il settantasei
con le sue gelate e la sua avarizia di neve,
e non lasciò quasi segno.
Nel gennaio del settantasette
ci fu una nevicata memorabile,
ma intanto le impronte
erano diventate nove...
Gianni non ce l'aveva fatta;
anche per lui un'iniezione bianca.
Entro l'ottanta
se ne andarono nell'ordine...
Milo
per un'overdose,
Cesare
per un cappio intorno al collo
(dopo aver lasciato un biglietto)
e Vincenzo,
per dei fumi di scarto nell'abitacolo.
Le impronte erano diventate sei,
non più verso la scuola,
e intanto Aldo alternava momenti meglio
ad altri peggio.
Non usciva quasi mai.
Uscì quella volta -
era la primavera dell'ottantadue -
per accompagnare nel suo ultimo viaggio
l'amico Loris...
E quell'altra, tre anni dopo,
per accompagnare Fausto;
portato via da uno strano virus mortale.
Alle soglie del novanta
Aldo c'era ancora,
anche se ormai era diventato irriconoscibile;
di lui dicevano che aveva l'esaurimento.
Intanto...
della serie di impronte alla fermata del tram,
di quelle poche che sarebbero rimaste
e di quelle altre svanite per sempre,
s'era perso il ricordo,
e difficilmente si sarebbe trovato qualcuno
disposto a rinfrescare le memorie.
La rimozione è una pessima arte.
(Dicembre - 1995)
Ermanno Bartoli