In un campo di grano con papaveri ( da Vi racconto la mia Terra)
Quella domenica mattina di fine maggio, passando nel vallone tra Mombaroccio e Monteciccardo, proprio nel punto più basso, dove un ponte salta il percorso del torrente, oltre il parapetto mi si apriva questa scenografia, così come rispondendo ad un richiamo ancestrale ho rallentato, fermato e mi sono guardato intorno.
Le uscite in campagna fatte nella tarda primavera portano sempre alla riscoperta di quel mondo che troppo spesso dimentichiamo, così sempre attratti dal veloce scorrere delle giornate, con i loro ritmi e nella continua ricerca di un appagamento, sempre volta verso un modo di vivere tutti uguali, che ci porta ad una società sempre più sterile.
Le stagioni passano inesorabilmente, e nella maggior parte dei casi non riusciamo a catturare la bellezza che la Natura ci propone ogni giorno, noi sempre servi dalla velocità e della competizione, ormai senza più nemmeno la voglia di tentare e di proporci in qualcosa di personale, ma sentiamo sempre forte il bisogno di far parte di un gruppo, spesso seguendo le idee di un ipotetico leader, e li, noi come tanti soldatini a seguire una linea dettata da altri!
Invece è bello ritrovare se stessi, anche con una semplice passeggiata in campagna, fermarsi ad osservare una distesa dorata di spighe, coglierne i movimenti creati dal vento ed impreziosita da una fitta fioritura di papaveri rossi come rubini incastonati.
Nei miei ricordi d'infanzia i papaveri occupano uno spazio rilevante, li associo sempre ai campi di frumento dorato che nei mesi di giugno e luglio si macchiavano di tinte infuocate, con quei rossi che rapiscono lo sguardo, e quel volteggiare leggero alla minima brezza.
Mi trovavo ad una decina di chilometri dalla costa adriatica, nella vallata sinistra del fiume Arzilla, dove il terreno è stato livellato in migliaia anni da piogge e venti, panorami dai quali sempre si riesce a catturare la vera essenza della vita, ero immerso in un ambiente dal quale si percepivano notevoli sensazioni.
Sentivo anche il saltellare dell'acqua tra le pietre, quella stessa acqua che dopo poche ore sarebbe poi passata vicino alla mia abitazione, l'olfatto era colpito dall'odore della terra umida e da quello pungente dell'erba falciata, così pure quello intenso dei fiori di campo che prevaleva su tutto.
Mi sono immerso in quella bella realtà, rivivendo una magia in diretta, sensazioni ed attimi legati agli anni della mia infanzia, assaporando il profumo della nostalgia delle lunghe giornate passate all'aria aperta, quando bastava un semplice aquilone costruito alla meglio con la carta velina e stecche di canna, così mi rivedo tra prati verdi puntellati di fiori vivaci, sono queste le memorie che rimangono fisse nella mia mente; ricordi di pomeriggi che sembravano eterni!
TeresaM 06/06/2015 17:36
Grano & Papaveri..... Une excellente et belle mise en valeur. !!Une très jolie vision, Giovanni.
Amitiés & bon dimanche,
chantal Montmasson in Ghiroldi 05/06/2015 19:15
Molto bella ! CiaoVitória Castelo Santos 04/06/2015 20:29
È davvero molto bella e naturale.Bravo
Stefania Cecchetti 04/06/2015 10:38
Bellissimo questo campo di papaveri...è un fiore che adoro! Ottima come sempre, anche la tua didascalia! Grazie Giovanni!Un caro saluto,Stefy
claudine capello 04/06/2015 8:55
sempre la tua ricerca del tempo perso alla proust pero a ogni foto lo ritrovi con l immagine e lo scritto ! bravo bel ricordo complimenti cl